Torre del Greco. Monnezza e mazzette
Nessun avviso al comune. Slitta l’udienza Tra gli imputati l’ex sindaco Ciro Borriello

di Dario Striano

Monnezza e mazzette. Una vicenda che ha scosso in piena estate il Comune di Torre del Greco, causandone, difatti, il commissariamento, pochi giorni dopo l’arresto del primo cittadino Ciro Borriello. Una vicenda su cui l’ente comunale rischiava di non poter veder riconosciuti i danni all’immagine, in caso di condanna degli imputati, oggi a rischio processo. Nonostante la questione fosse balzata alle cronache di giornali e televisioni nazionali.

E’ durata pochi minuti l’udienza preliminare di stamane dinanzi al gup del tribunale di Torre Annunziata Luisa Crasta. Il tempo di notare e contestare l’assenza del legale rappresentante del Comune corallino, parte lesa dell’inchiesta, a causa della mancata notifica, da parte del pubblico ministero Silvio Pavia, dell’avviso di fissazione dell’udienza di quest’oggi. L’avvocato Massimo Loffredo, difensore della ditta “F.lli Balsamo”, i cui vertici sono oggi imputati, ha chiesto uno stop dei lavori per consentire l’invio delle necessarie notifiche sia al Comune di Torre del Greco, per quanto riguarda l’arresto per corruzione dell’allora sindaco Borriello, che ad Equitalia, per la vicenda fatture false. Una richiesta, accolta dall’intero collegio difensivo che, col rinvio dell’udienza a inizi febbraio, potrebbe permettere all’ente di costituirsi parte civile nel procedimento.«Mai come questa volta – ha sostenuto in aula l’avvocato Loffredo – noi riteniamo che la costituzione di parte civile e la conseguente partecipazione della parte offesa, possa offrire ulteriori elementi a sostegno della nostra tesi difensiva».

Apparentemente rilassato e sereno. Si è presentato così, in largo anticipo, accompagnato dal suo avvocato Giancarlo Panariello, l’ex ‘sindaco-sceriffo’ Ciro Borriello al palazzo di giustizia oplontino, dispensando sorrisi e strette di mano ad avvocati e giornalisti. Tornato in libertà il 3 novembre dopo 15 giorni di carcere a Poggioreale, convertiti, in sede di riesame, in due mesi di domiciliari, prima della scarcerazione del giudice per le udienze preliminari Luisa Crasta, l’ex primo cittadino dovrà rispondere dell’accusa di corruzione per un presunto giro di mazzette volto a favorire l’ingresso della ditta dei fratelli Ciro, Antonio e Massimo Balsamo nel settore della nettezza urbana. In particolare, le indagini hanno documentato che la società avrebbe costituito, mediante escamotages contabili, – recita l’accusa – fondi neri di denaro contante, funzionali a ripagare lautamente gli atti contrari ai doveri di ufficio posti in essere dal primo cittadino. Le somme sarebbero state consegnate al sindaco nel corso di frequenti incontri mensili in luoghi appartatati, privi di copertura di cellulari, mediante passaggi da un’auto all’altra, integralmente, però, documentati con video-riprese e intercettazioni ambientali. Coinvolti nel presunto intreccio tra politica e imprenditoria anche i fratelli Francesco e Virgilio Poeti, difesi dall’avvocato Pasquale Striano.

Rifiuti, appalti e politica. Ad inizi febbraio, dunque, il gup deciderà se rinviare a giudizio o prosciogliere gli imputati per una vicenda che ha scatenato un vero e proprio terremoto politico nella città del corallo. Le manette all’allora sindaco, dimissionario per problemi interni alla sua maggioranza, Ciro Borriello, comportarono le dimissioni di consiglieri e assessori e il commissariamento del comune, ora diretto dal prefetto Giacomo Barbato che, entro il prossimo 2 febbraio, valuterà la possibilità di far costituire l’ente di largo Plebscito parte civile nel procedimento.

venerdì, 19 Gennaio 2018 - 16:22
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