Video e frasi contro i carabinieri su Fb Quando un post sui social diventa reato Denunciate due donne ad Acerra

di Danio Gaeta

C’è qualcosa che non va nel modo di interpretare il lavoro delle forze dell’ordine. C’è qualcosa che non va se i carabinieri vengono insultati attraverso i social network dopo aver svolto un normale controllo. E soprattutto c’è qualcuno che non sa, che postare frasi offensive su Facebook indirizzate alle istituzioni dello Stato, può portare a risvolti penali seri.
Ad Acerra due donne sono state denunciate per oltraggio e diffamazione a mezzo stampa per aver inserito sui propri profili Facebook foto e video dal tono diffamatorio nei confronti dei militari.
Il controllo e le frasi diffamatorie
Tutto è cominciato dopo un controllo di routine che i carabinieri hanno eseguito nei confronti di una donna del posto. Terminata l’attività – che ha dato esito negativo – è partito un volgare e inutile tam tam su Facebook. Frasi di scherno, video e battute di cattivo gusto per mettere in cattiva luce l’Arma dei carabinieri. I commenti, tuttavia, non sono passati inosservati ai militari che hanno identificato le due donne e le hanno denunciate alla procura della Repubblica presso il tribunale di Nola.
La casistica e le sentenze
Utilizzando i social, purtroppo, è facile imbattersi in post offensivi nei confronti delle forze dell’ordine. D’altronde sono tantissimi gli haters (letterelmente odiatori) che approfittano dei propri canali per insultare lo Stato e le istituzioni con frasi denigratorie o provocatorie. Se la libertà di pensiero è costituzionalmente garantita «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione», recita l’articolo 21 della Costituzione, ci sono dei limiti da rispettare. Tali limiti sono stati imposti dalla giurisprudenza, che ha messo un ‘freno’ ai leoni da tastiera. Sono numerose le sentenze della Cassazione che classificano gli insulti sui social sotto la voce reato.

martedì, 6 Febbraio 2018 - 15:00
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