Scontri a Napoli tra agenti e centri sociali, 23 denunce e 5 feriti. Raimondi (Coisp): «Città in ostaggio di violenti organizzati»

Giuseppe Raimondi, Coisp

Si è concluso con 23 denunce il bilancio degli scontri di ieri a Napoli legati a una manifestazione elettorale di CasaPound nel capoluogo campano. Al termine dei tafferugli tra forze dell’ordine e centri sociali che tentavano di raggiungere l’Hotel Ramada in cui c’era il leader del movimento di estrema destra Simone Di Stefano, 24 persone erano state portate in questura per essere identificate; di queste, 23 sono state denunciate per violenza e resistenza a pubblico ufficiale una anche per lesioni e una sola non ha non ha avuto alcun addebito. Complessivamente sono 5 gli appartenenti alle forze dell’ordine contusi e feriti, di cui 4 poliziotti e un carabiniere. Due invece gli attivisti dei centri sociali medicati in ospedale. «Scontri tra pacifisti e poliziotti violenti». Ironizza con rabbia Giuseppe Raimondi, segretario generale provinciale del sindacato di polizia Coisp di Napoli. «Piacenza, Bologna e ora è toccato a Napoli come il copione di una tragica commedia – continua Raimondi – È ora di dire basta in modo fermo e categorico a queste continue, inqualificabili e intollerabili aggressioni contro le forze dell’ordine che si verificano a ogni manifestazione di piazza. Scene come quella di stasera si susseguono con cadenza ormai giornaliera, è una situazione insostenibile che ci mette sovente in pericolo di fronte alle orde di cosiddetti ‘pacifisti’, come si autodefiniscono, armati di spranghe e bastoni. Noi diciamo basta. Diciamo si al cambiamento, volto a dimostrare che manifestare il proprio pensiero non può significare per nessun motivo aggredire chi tutela la sicurezza di tutti; in caso contrario: ‘No a queste manifestazioni’. Siamo sinceramente stufi  di questi plotoni che si definiscono pacifisti organizzati che sfilano solo per fare guerriglia, anche in luoghi affollati da famiglie e bambini. Siamo stufi di dover scendere in strada ormai certi di divenire bersaglio di feroci aggressioni di ogni genere. Stufi di non trovare, da parte di nessuno, alcun serio cenno di condanna per questi comportamenti delinquenziali. Stufi che si consenta di nascondere dietro alla bandiera della libera manifestazione del pensiero la libertà di violare la legge. Le città ormai sono sotto scacco di questi delinquenti armati. Chiediamo quindi, in primis alla politica, di pretendere l’assunzione di responsabilità verso chi si rende autore di certi fatti chiedendo un conto salato di fronte allo scempio della violenza di questi pseudo-rivoluzionari che altro non cercano se non lo scontro con i tutori dell’ordine e sicurezza pubblica. Chiediamo quindi pene certe ed esemplari nonché leggi speciali per realtà particolarmente problematiche come quella partenopea».

lunedì, 19 Febbraio 2018 - 11:18
© RIPRODUZIONE RISERVATA