Se l’uomo della valigetta è nipote di Niglio, il generale che combattè i clan di camorra: così Rory Oliviero tradì patria e famiglia

Mario Oliviero
Mario Oliviero detto 'Rory'
di Dario Striano

«Venticinquemila (euro) e tenimm ngopp ’o braccio», dice Mario Oliviero mentre sollecita il pagamento di una tangente utile a dare il via alla procedura per l’assegnazione di una gara per lo smaltimento di ecoballe. Venticinquemila euro, in contanti. Mai registrati. Che Oliviero pensa di incassare quando il finto imprenditore che sigla l’accordo corruttivo  gli lascia scivolare tra le mani una valigetta nera («Sono 50, così ci fai i ca..i tuoi») in realtà contenente cartacce e bicchieri di plastica. Una cifra enorme. Superiore a quella che Mario Oliviero, avvocato e politico nella città di Ercolano, ha dichiarato di aver guadagnato. Sfogliando le ultime dichiarazioni dei redditi del professionista, pubblicate sul sito del Comune di Ercolano, viene fuori che Oliviero avrebbe guadagnato nel 2014 circa 22mila euro, mentre nel 2015 avrebbe guadagnato circa 23mila euro. Poco più di 2mila euro al mese. E pensare che lui, per giustificare le immagini della video-inchiesta di Fanpage che hanno fatto il giro del mondo e che l’hanno messo alla berlina, ha sostenuto che quel denaro – 50mila euro tutti i contanti, ricordiamo – erano il suo onorario per non si capisce bene quale prestazione nella trattativa della Sma. Volendogli credere, sarebbero 50mila euro di profitti che mai sarebbero stati dichiarati. Un’evasione fiscale non consumata. Ma che, se quella valigetta fosse stata piena di soldi, ci sarebbe stata eccome. Alla faccia dei principi di legalità e trasparenza, che per via della sua storia personale e professionale dovrebbe conoscere bene. Rory Oliviero è il nipote dell’ex generale Gennaro Niglio, orgoglio ercolanese e simbolo della lotta alla criminalità organizzata, nonché figlio di un ex sindaco della Dc, parentele importanti che – all’indomani del video di Fanpage – si fa quasi fatica a ritenere possibile. Legalità e trasparenza, dicevamo. La trasparenza che Oliviero ha anche incarnato al Comune di Ercolano, almeno sino a due anni fa: a lui, secondo candidato più votato alle amministrative del 2015 che hanno consacrato Ciro Buonajuto sindaco di Ercolano, era stata affidata la presidenza della Commissione Trasparenza, incarico poi revocato all’indomani di un altro video-scandalo, quello di Striscia La Notizia in cui il politico – benché col volto oscurato – chiedeva ad una donna 10mila euro per garantirle un posto di lavoro a tempo indeterminato nell’Ospedale del Mare. Ombre su ombre, quelle che hanno accompagnato gli ultimi anni di vita politica di Mario Oliviero. Eppure, nonostante questo, ci sono politici che gli hanno sempre aperto la porta, in ragione anche dei suoi successi sul territorio: nel 2015 gli elettori ercolanesi lo premiarono con 1169 preferenze. Un risultato di tutto rispetto, che, non solo gli hanno consentito di essere capogruppo della sua ‘Area Popolare’, ma anche di entrare sempre più nella grazie della famiglia De Mita. In particolare di Giuseppe, ma anche di Ciriaco, l’ex presidente del Consiglio e più volte ministro, che si sarebbe infatti speso molto per la sua candidatura al Parlamento in vista delle elezioni del prossimo 4 Marzo, anche se poi non se n’è fatto più niente. Un sogno sfumato, secondo i ben informati, proprio per l’inchiesta Fanpage e quella valigetta vuota, di cui già si era sparsa la voce.

giovedì, 22 Febbraio 2018 - 15:18
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