Barra, Angelo Cuccaro lascia il carcere: domiciliari fuori città, è il cugino del boss Fu preso per droga, la folla lo protesse

di Manuela Galletta

Un nome e un cognome pesanti. Generalità che segnano una tradizione camorristica. Angelo Cuccaro, classe 1989, è il cugino del più famoso Angelo Cuccaro, meglio noto come ‘Angiulillo ‘o fratone’. E’ il cugino (di secondo grado) del boss che per decenni ha tenuto in mano le redini della cosca che ha dettato legge a Barra, è il cugino del boss che sta scontando la pena dell’ergastolo per l’omicidio di Luigia Esposito, la 27enne di Pomigliano d’Arco assassinata solo perché testimone oculare dell’assassinio di un malavitoso che sarebbe stato ucciso per volere dei ‘signori’ di via Gianbattista Vela.
Angelo Cuccaro, il cui padre (morto) era il cugino di primo grado di ‘o fratone, è finito in carcere nell’aprile dello scorso. Per droga. E poche ore fa si è lasciato la prigione alle spalle. I giudici del Tribunale del Riesame, accogliendo la richiesta dell’avvocato Michele Basile, hanno ritenute attenuate le esigenze cautelari ed hanno accordato a Cuccaro gli arresti domiciliari. Ma non a Barra, bensì in una località fuori Napoli. Sempre in Campania. Cuccaro venne arrestato l’8 aprile del 2017 durante un’operazione di polizia nel complesso di edilizia popolare tra corso Sirena e via Prima Traversa Mastellone. Alla vista degli agenti Angelo Cuccaro tentò la fuga ed anche di disfarsi di otto grammi di cocaina, successivamente recuperati. Ma venne bloccato. A fatica. Sì, perché una piccola folla di persone provò ad ostacolare l’arresto del 27enne. Cuccaro venne incriminato per detenzione di droga e resistenza a pubblico ufficiale, reati aggravati dalla matrice camorristica. Reati per i quali il ‘rampollo’ dei Cuccaro è attualmente sotto processo dinanzi ai giudici della sesta sezione penale del Tribunale di Napoli.
Nome e cognomi pesanti quelli di Angelo Cuccaro jr. Così come l’eredità che si trascina dietro. La Direzione distrettuale antimafia di Napoli lo ritiene inserito a pieno titolo nel clan. Di più, lo considera come uno dei nuovi capi del sodalizio anche in ragione del fatto che all’interno della famiglia la linea di comando è stata sempre disegnata dai legami di sangue e parentali. E nel 2015 lo trascinò anche a processo per associazione di stampo mafioso, ma nel febbraio del 2012 la contestazione mossa dalla procura si sbriciolò nel processo con rito abbreviato che pure portò alla condanna del gotha del sodalizio. Angelo Cuccaro, nei confronti del quale il pm antimafia Antonella Fratello aveva chiesto 12 anni di reclusione, venne invece assolto. Nel 2014 Cuccaro scampò anche ad un agguato di camorra.

mercoledì, 18 Aprile 2018 - 22:32
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