Sorrento, la chat delle «cattive abutidini» La procura teme altri crimini sessuali Turista stuprata, si allarga l’inchiesta

di Dario Striano

“Cattive abitudini”, la chat degli orrori riporta al film del regista americano Roger Kumble “Cruel intentions”. E non solo per la vaga somiglianza del nome, ma anche per i contenuti. Nella pellicola, uscita in america nel ’99, il protagonista, un giovane rampollo di bella presenza, si divertiva a rovinare la reputazione di studentesse, e donne mature portandosele a letto anche con l’inganno, anche con l’uso a tradimento di droga e alcol, e pubblicando in alcuni casi le loro foto su internet. E, proprio come quel crudele playboy, i 5 giovani dal volto pulito della provincia di Napoli arrestati ieri dagli uomini del commissariato di Sorrento – su provvedimento emesso dal giudice per le indagini preliminari di Torre Annunziata -, nel 2016 avrebbero prima sedotto con l’inganno una 50enne britanna per poi abusare di lei. Per poi farle passare una notte da incubo. Una notte ricostruita dalla turista con precisione alla polizia del Kent, una volta rientrata in patria. Una notte da incubo impressa nella mente della vittima ma anche in immagini ricavate dai dispositivi sequestrati ai giovani, condotti in carcere a Poggioreale ieri mattina. Nella chat denominata “cattive abitudini” «c’erano scambi di messaggi che descrivevano chiaramente la donna durante la violenza». E c’erano anche i video, le fotografie e i filmati, ostentati con orgoglio dal branco. Come se quello stupro fosse un trofeo. Quel materiale mostrato con vanto è però servito anche al pubblico ministero Maria Rosaria Maganiello per chiudere il cerchio delle indagini sui 5 dipendenti dell’albergo di Meta di Sorrento presso cui la donna alloggiava – assieme alla figlia 25enne – per la sua ultima notte in Costiera. Indagini che potrebbero allargarsi, perché dalla denuncia della donna e dai contenuti della chat di Whatsapp emergono altri dettagli che fanno rabbrividire. Dopo esser stata narcotizzata da 2 barman che avrebbero diluito il suo cocktail alcolico con la Zdrugs, meglio conosciuta come ‘droga dello stupro’, e dopo esser stata abusata dai 2 giovani, la 50enne sarebbe stata infatti portata nella stanza dove alloggiava il personale della struttura ricettiva. Dove «ad attenderla vi erano una decina di persone», molte tra queste, «nude», e riprese anche, se non chiaramente, dai cellulari. E queste persone a turno avrebbero «usato violenza su di lei», approfittando del fatto che fosse sotto effetto di sostanze stupefacenti. Solo dopo esser stata filmata e fotografata, la turista sarebbe stata riaccompagnata in camera da uno dei giovani. Giusto qualche ore prima di lasciare la Penisola Sorrentina e l’Italia. Un piano come studiato alla perfezione. La donna sarebbe stata violentata l’ultima notte e riportata nella stanza soltanto poche ore prima della partenza. Il tempo a disposizione per denunciare l’accaduto sarebbe stato troppo poco. E così i giovani avrebbero pensato di potersela cavare. Un metodo ben consolidato, secondo i magistrati, che lascia presagire che quello non sia stato l’unico stupro di gruppo realizzato dai ragazzi di Portici, Vico Equense, Massa Lubrense e Torre del Greco. Gli inquirenti oplontini, infatti, non sono concentrati solo sull’individuazione degli altri componenti del branco, ma anche nel cercare di capire se quello denunciato dalla cittadina straniera debba essere trattato come un caso isolato di violenza sessuale. Nessuna indiscrezione trapela dalla procura, anche se quel nome “cattive abitudini” lascia presagire che quella violenza compiuta in gruppo non sia stata l’unica. Che sia stata routine. Una cattiva e depravata abitudine.

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martedì, 15 Maggio 2018 - 12:24
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