Clan Polverino, ecco chi aiutò 3 latitanti Arrestato chi procurò alloggi e documenti Scoperto base di stoccaggio della droga

Le indagini condotte dai carabinieri

La rete di chi ha protetto tre (ormai ex) latitanti del clan Polverino, garantendo così la continuità della gestione degli affari illeciti della cosca, è stata ricostruita. Stamattina i carabinieri del comando Provinciale di Napoli hanno arrestato 4 persone ritenute inserite nel ‘cerchio magico’ di tre personaggi di spesso della cosca. Non solo: i carabinieri hanno notificato una nuova ordinanza in carcere ai tre (ex) latitanti, già da tempo bloccati in prigione, contestando loro il possesso di documenti di identità contraffatti.
I tre ex latitanti che sono al centro di questa indagine sono Carlo Nappi e Giuseppe Ruggiero (arrestati il 14 settembre) e Giuseppe Simioli (arrestati il 26 luglio 2017).

I tre latitanti, la storia dell’arresto
Nappi e Ruggiero – che si nascondevano in una villa a Pomezia – erano ricercati dal 2011 in relazione a due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Napolisu richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea per associazione di tipo mafioso, estorsione e traffico internazionale di droga. Simioli, invece, fu catturato dai carabinieri di Napoli insieme ai ”Cacciatori” di Calabria e ai colleghi di Ronciglione (Viterbo) nel corso dello spostamento da una lussuosa villa di Campagnano, un vero e proprio resort di lusso completo di vasca idromassaggio e di comfort di ogni genere, verso un nuovo covo di Viterbo.

Le indagini scaturite dalla cattura dei latitanti
Proprio partendo dall’arresto dei tre latitanti, i carabinieri partenopei hanno sviluppato una nuova attività attività investigativa volta a stabilire chi avesse fornito a Nappi, Ruggiero e Similioli l’aiuto necessario a nascondersi alla Giustizia ma al tempo stesso a restare in contatto col clan. E’ stato così accertato, rispetto alla cattura di Simioli, che tre indagati «hanno fornito al latitante assistenza logistica e materiale, provvedendo, attraverso l’intestazione a se stessi o a terzi, a stipulare contratti di affitto di immobili nella provincia di Roma e Viterbo e a soddisfare le sue esigenze, tra le quali le prenotazioni di esami medici di laboratorio».

Un indagato accusato di concorso esterno
in associazione mafiosa
Tra gli arrestati figura il 58enne Luciano Viglietta, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa: «avrebbe messo a disposizione del sodalizio criminale – riferiscono i carabinieri – un insediamento industriale a Pomezia per lo stoccaggio di 1.500 chili. di hashish provenienti dalla Spagna, sequestrati nel 2012, e consentito, mediante la stipula di un contratto di affitto, che in una villetta della zona industriale di Pomezia si nascondessero Giuseppe Ruggiero e Carlo Nappi, entrambi latitanti e ritenuti esponenti di rilievo del clan». Avrebbe inoltre, secondo l’accusa, «fornito appoggio logistico al latitante Giuseppe Simioli, altro elemento di spicco dei Polverino, trovandogli un’abitazione in località Pavona di Albano Laziale, procurandogli viveri e cure e prodigandosi per i suoi spostamenti».

mercoledì, 30 Maggio 2018 - 09:23
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