Amato-Pagano e il business della droga Lady camorra condannata a 20 anni

Rosaria Pagano, sorella del boss Cesare e cognata del ras Raffaele Amato
di Manuela Galletta

Rosaria Pagano è stata a capo del clan Amato-Pagano. E’ stata la donna che ha ricucito le due anime della ‘famiglia’ malavitosa dopo la spaccatura provocata dalla leadership dell’ex enfant prodige della camorra, Mario Riccio. Ieri pomeriggio il giudice per le indagini preliminari Paola Piccirillo del Tribunale di Napoli ha trasformato in verità processuale (non definitiva) la tesi accusatoria sostenuta dai pubblici ministeri antimafia Vincenza Marra e Maurizio De Marco. Rosaria Pagano, detenuta dal gennaio dello scorso anno, è stata condannata a venti anni di reclusione all’esito del processo con rito abbreviato che la vedeva unica imputata perché la sua posizione era stata stralciata per un difetto di notifica da un procedimento più ampio. Venti anni di reclusione per associazione di stampo mafioso e per traffico di sostanze stupefacenti. Il massimo possibile alla luce delle accuse contestate e del tipo di giudizio scelto, l’abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena. Il massimo possibile, come aveva chiesto il pubblico ministero Vincenza Marra.
Con la condanna di Rosaria Pagano (sorella del boss Cesare e cognata del boss Raffaele Amato) si chiude il primo ‘ciclo’ processuale scaturita dall’inchiesta che un anno fa portò all’arresto di 17 persone e mise in luce la riorganizzazione degli Amato-Pagano nel business della droga in seguito ai danni provocati dalla Dda con la cattura degli esponenti che avevano coadiuvato il broker, tutt’oggi latitante, Raffaele Imperiale. Lo scorso 12 giugno, infatti, il giudice per le indagini preliminari Egle Pilla del Tribunale di Napoli ha firmato 17 condanne e una sola assoluzione. Mario Avolio ha rimediato 20 anni di reclusione: era considerato il punto di riferimento di uno dei gruppi che si muoveva autonomamente, ma pur sempre collegato agli Amato-Pagano, nel rifornimento degli stupefacenti. Venti anni sono stati disposti anche per Ferdinando Lizza, socio in affari di Avolio. Mentre il terzo componente di vertice del gruppo Avolio, Salvatore Tufo, se l’è cavata, si fa per dire, con 18 anni di reclusione. Dodici anni, invece, è la pena inflitta a Vincenzo Barbella, che avrebbe pure avuto rapporti, per il fornimento della cocaina, con i Tamarisco di Torre Annunziata. Condanna anche per Giuseppe e Leonardo Leonardi, imparentati con l’ex narcos degli ‘sciossinisti’ Antonio Leonardi alias ‘Chiappelloni’: hanno rimediato rispettivamente 14 e 9 anni di reclusione. Sia i due Leonardi che Mario Avolio furono già implicati in un’inchiesta per traffico di cocaina proveniente dalla Turchia e destinata alla Capitale nelle piazze controllate proprio dai Leonardi che lì avevano impiantato una vera e propria colonia criminale.

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venerdì, 29 Giugno 2018 - 11:14
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