Il Sappe denuncia aggressioni in carcere, il Ministero lo accusa: «Ricostruzioni false e speculazione sulla pelle degli agenti»

Carcere Poggioreale
Il carcere di Poggioreale

E’ scontro tra il ministero della Giustizia e il sindacato ‘Sappe’ che dà voce agli agenti della Polizia Penitenziaria. Motivo: la denuncia a mezzo stampa effettuata ieri dal Sappe su episodi di aggressione ai danni di quattro agenti della Penitenziaria nel carcere napoletano di Poggioreale. Il Sappe, in sintesi, ha denunciato che un detenuto africano ha preso a pugni e a morsi tre agenti, mentre un detenuto italiano ha ferito un agente con una lametta. Nel commentare gli episodi, Donato Capace aveva parlato di «giornata nera» e di «episodi di inaudita violenza». Ebbene, il ministero della Giustizia ha deciso di intervenire sulla vicenda sferrando un attacco al Sappe e accusandolo di «false ricostruzioni», di «speculare sui fatti» e di danneggiare in tal modo l’immagine e l’operato degli stessi agenti della Penitenziaria. In una nota diffusa, il ministro della Giustizia smentisce «nel modo più assoluto quanto riportato ieri agli organi di stampa dal Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria». «Quanto accaduto in due episodi avvenuti il 28 agosto scorso nella Casa Circondariale napoletana – si sottolinea in una nota in cui si parla di ‘false ricostruzioni’ – rappresenta “interventi di routine”, come ha scritto il Direttore dell’istituto in una lettera con la quale ha stigmatizzato le dichiarazioni del Sappe. Il primo episodio ha riguardato un «detenuto particolarmente agitato da problematiche psichiatriche»; il secondo intervento è stato attuato «per evitare comportamenti scorretti». Non solo: «in nessuno dei due casi vi e’ stata aggressione premeditata» e, continua il Direttore, «i poliziotti che sono intervenuti hanno proseguito normalmente il loro servizio». «Che nelle carceri possano accadere episodi drammatici e viversi momenti di alta tensione è assolutamente plausibile, nonostante gli sforzi, la professionalità e lo spirito di abnegazione e sacrificio di chi vi opera, a partire dagli uomini della Polizia Penitenziaria. Ma speculare sui fatti, ingigantendone la portata in modo approssimativo e senza cognizione di causa, è ben più grave. E, soprattutto, un siffatto operato da parte di un sindacato, non rende un buon servizio né all’immagine né all’operato delle donne e degli uomini appartenenti al Corpo che negli istituti lavorano quotidianamente e con grande spirito di servizio», conclude la nota.

giovedì, 30 Agosto 2018 - 14:50
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