Cuomo, l’intramontabile ‘re delle bionde’: a 72 anni rischia una nuova condanna Processo a Bologna: chiesti 6 anni

Tribunale Giustizia
di Laura Nazzari

Di anni, oggi, ne ha 72. E, alle spalle, una lunga e intesa storia da contrabbandiere di sigarette. Ma guai a chiamarlo a boss, ché a quell’etichetta ha sempre preferito la più elegante locuzione di «uomo d’affari che si è fatto da solo», anche perché – sul piano tecnico – di accuse per associazione di stampo mafioso non ne ha mai riportata una. Gerardo Cuomo, nato e cresciuto a Gragnano, ma poi emigrato a Bologna dove ha finito con l’acquisire anche l’accento locale, è entrato nei libri di storia della criminalità organizzata come il ‘re delle bionde’. Come l’uomo che importava, in Montenegro, negli anni Novanta definita la Tortuga dell’Adriatico, 25mila casse di sigarette al mese. Fece una fortuna, e pure la bella vita. Tra belle donne e auto di lusso, meglio se grandi, colorate e vistose. Una delle immagini passate alla storia dell’inchiesta lo ritrae a Porto Cervo, in Sardegna, a bordo dell’Artema, panfilo da 25 metri (poi sequestrato a Cannes), due motori, velocità di crociera 25 nodi, costato 10 miliardi di lire. Con lui, su quello yacht anche Franco Verda, all’epoca presidente del Tribunale di Lugano e signora. Verda sarà poi arrestato in Svizzera per violazione ripetuta di segreto d’ufficio, corruzione passiva e favoreggiamento nei confronti di Cuomo.

Negli archivi delle forze dell’ordine e della magistratura di mezza Italia, il ‘re delle bionde’ ci è finito proprio questo, collezionando di conseguenza numerosissime condanne, l’ultima delle quali potrebbe arrivare nel febbraio del prossimo anno.

Pochi giorni fa a Bologna si è svolto l’ennesimo processo che vede il 72enne sul banco degli imputati. Insieme a lui c’è il figlio Marco. E anche in questo caso l’accusa è quella di contrabbando di sigarette. Il pubblico ministero titolare dell’inchiesta ha chiesto per Cuomo una condanna a sei anni di reclusione, mentre per il figlio del ‘re delle bionde’ sono stati proposti 4 anni e 6 mesi. Le contestazioni mosse a padre e figlio rientrano in una più ampia indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli che nel dicembre del 2012 sfociò nell’esecuzione di 13 ordinanze di custodia cautelare, di cui nove in carcere e quattro agli arresti domiciliari. Anche i Cuomo vennero arrestati: il ‘boss’ venne portato via in manette dalla sua casa di San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna. Nel corso delle indagini, durate due anni, erano state sequestrate 17 tonnellate di sigarette. Secondo l’accusa la merce veniva prodotta in Bulgaria e per arrivare in Italia attraversava Svizzera, Belgio, Turchia, Cipro e Grecia. Gerardo Cuomo, inoltre, in Bulgaria si sarebbe cimentato anche nella produzione di un nuovo marchio di ‘bionde’: le ‘Garret’. Al centro dell’inchiesta un fitto brogliaccio di intercettazioni, che hanno consentito agli uomini della Guardia di Finanza non solo di ricostruire la ‘rotta’ delle ‘bionde’ (i carichi solitamente arrivavano al porto di Brindisi; proprio qui il 25 gennaio 2012 fu scoperto un carico di 5 tonnellate di sigarette) ma anche di ‘captare’ i commenti sugli escamotage che la banda usava per nascondere le sigarette durante i trasporti e per ‘ingannare’ il fiuto delle unità cinofile. L’idea, messa in pratica, era quella di sistemare le sigarette all’intero dei carichi di pesce pregiato.

La sentenza è prevista per il 26 febbraio. Il processo si sta svolgendo con il rito ordinario; il dibattimento è in corso dinanzi al Tribunale collegiale presieduto dal giudice Roberto Giovanni Mazza.

Leggi anche:
– De Magistris fa proseliti a Roma, consigliere comunale dissidente dei 5Stelle entra a far parte del gruppo ‘DeMa’
– Ryanair e Wizz Air, il bagaglio a mano si paga ancora: Antitrust ignorata, scatta anche la denuncia in procura
– Tentano di sfuggire ad un posto di blocco dei carabinieri ma sbattono contro un palo: morti due 19enni nel Bolognese
– Imputati detenuti ammassati in gabbia e avvocati in piedi per quasi otto ore | Le disfunzioni del sistema Giustizia

lunedì, 12 Novembre 2018 - 13:17
© RIPRODUZIONE RISERVATA