Un’inchiesta su larga scala e divisa in più filoni. Che guarda alla gestione degli appalti dei servizi di raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti, che tocca numerosi comuni del Casertano e qualcuno del Napoletano ma che, soprattutto, punta i riflettori su società in house della Regione Campania e della Città Metropolitana. Un’inchiesta delicata che si muove sul delicato terreno del possibile condizionamento degli appalti e della infiltrazione negli stessi della criminalità organizzata.
I carabinieri per la Tutela Ambientale sono impegnati in una raffica di perquisizioni e acquisizioni atti allo scopo di recuperare tutte le prove, siano esse documentali o informatiche, utili a fornire riscontri a quanto sino ad oggi raccolto dagli investigatori. Sotto i riflettori della procura della Repubblica di Napoli (al lavoro c’è il pool della Direzione distrettuale antimafia) ci sono i comuni di Caserta (il cui sindaco, Carlo Marino, è stato interessato da una perquisizione sia presso il suo ufficio da primo cittadino sia presso il suo studio legale essendo egli avvocato), Aversa, Recale, Sant’Arpino, e tre Comuni del Napoletano, Cardito, Casandrino e Casalnuovo.
Le società in house invece attenzione sono quelle di Campania Ambiente e Servizi spa (che fanno capo alla Regione Campania) e la Sapna, che fa capo alla Città Metropolitana. Lo scenario sul quale la procura di Napoli sta lavorando è quello di «traffici organizzati di rifiuti, realizzati nel quadro di una vasta e ramificata attività di illecito condizionamento delle funzioni pubbliche deputate alla gestione del ciclo dei rifiuti in Campania». In particolare la procura ipotizza la possibilità di un «fraudolento condizionamento delle aggiudicazioni di appalti e delle scelte di pubblici amministratori e funzionari, di soggetti d’impresa e di interessi della criminalità organizzata».
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martedì, 13 Novembre 2018 - 18:04
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