Lecce, in carcere il pm Arnesano:
soldi e sesso per aggiustare i processi

Indagati 2 avvocati, una va ai domiciliari

Tribunale Giustizia
di Federico Felici

A Lecce scoppia lo scandalo giudiziario che investe il mondo della Sanità, e stavolta sotto i riflettori della magistrato finisce anche un magistrato. Un pubblico ministero, al quale vengono addebitate condotte più che disdicevoli (come l’aver favorito due avvocatesse in cambio di rapporti sessuali) oltre che particolarmente gravi sotto il profilo penale. Emilio Arnesano, pubblico ministero in servizio presso la procura della Repubblica di Lecce, è stato arrestato e trasferito in carcere per  «delitti commessi con abuso e vendita delle proprie funzioni»; la misura dei domiciliari è stata disposta per tre dirigenti dell’Asl salentina a corollario di un’inchiesta della procura di Potenza (competente sui magistrati della Corte d’Appello di Lecce) in cui sono contestati a vario titolo i reati di corruzione in atti giudiziari, induzione a dare o promettere utilità a pubblico ufficiale e abuso d’ufficio. I dirigenti finiti ai domiciliari sono Ottavio Naracci, direttore generale, e due dirigenti, Giorgio Trianni e Giuseppe Rollo. Sotto inchiesta anche due avvocati: Benedetta Martina, che è finita agli arresti domiciliari, e Salvatore Antonio Ciardo, che è stato sottoposto al divieto di dimora nella città di residenza. Sotto sequestro, nella giornata di oggi, sono finiti anche una piscina e un’imbarcazione. L’imbarcazione, in particolare, è un natante di 12 metri di proprietà del pubblico ministero. Al magistrato sono stati anche sequestrati 18mila e 400 euro, ritenuti profitto di corruzione.

I favori agli amici dell’Asl:
i processi condizionati e i regali ricevuti
Uno scenario torbido e complesso che va ricostruito a partire dalla sua genesi. Tutto nasce pochi mesi fa da un provvedimento dissequestro di una piscina di pertinenza di Giorgio Trianni, dirigente dell’Asl e pure lui ai domiciliari, e dalla successiva richiesta di archiviazione della notizia di reato. La piscina era stata sequestrata nell’ambito di un procedimento penale il cui titolare era appunto il pm Arnesano. La decisione del magistrato è diventata oggetto di segnalazione sulla quale la procura di Potenza ha iniziato ad indagare. Ed è proprio da qui che i magistrati teorizzano l’inquietante quadro che ha fatto finire Arnesano ai domiciliari. Secondo l’impostazione accusatoria, Arnesano favorì Trianni per avere in cambio soggiorni gratuiti con annesse battute di caccia. Continuando ad indagare sono saltati fuori altri episodi oggi contestati al pubblico ministero: Arnesano si sarebbe impegnato personalmente «in una strategia processuale tesa a fare ottenere l’assoluzione» di Ottavio Naracci, direttore sanitario dell’Asl di Lecce fino al 2015 e da quest’anno direttore generale, dall’accusa di peculato. Arnesano si sarebbe impegnato in tal senso per fare un piacere al suo amico, il dirigente Carlo Siciliano, che era andato in soccorso dell’amico. In cambio il pm avrebbe ricevuto «trattamenti di favore da parte dei dirigenti Asl nella prenotazione di visita mediche, nella protezione di interventi per familiari, nelle visite a proprie amiche e così via». Non solo: per aiutare gli amici di Siciliano, il pm avrebbe potuto acquistare la barca sequestrata, pagando in contanti e indicando nell’atto di acquisto un prezzo simbolico, di gran lunga inferiore a quello di mercato.

Le tre avvocatesse aiutate
in cambio di rapporti sessuali
Giunge quindi l’episodio che lega il pubblico ministero all’avvocato Barbara Martina in un rapporto definito dalla procura di Potenza «corruttivo, consolidato e duraturo». Arnesano, secondo gli inquirenti avrebbe infatti pilotato dei procedimenti in cui erano coinvolti alcuni assistiti della donna, ottenendo in cambio prestazioni sessuali. Non solo: il pm si sarebbe anche mosso per aiutare un’amica dell’avvocato a superare l’esame di avvocato. Sempre animato dall’obiettivo, scrivono i pm di Potenza, di «ottenere in cambio prestazioni sessuali tanto dall’avvocato Martina quanto dalla sua amica». Per raggiungere lo scopo, il pubblico ministero avrebbe dunque contattato un componente della commissione d’esame, l’avvocato Salvatore Antonio Ciardo (per cui è stato disposto il divieto di dimora nel Comune di Lecce), per concordare le domande dell’orale: l’incontro in cui furono «definite le domande» si svolse proprio nell’ufficio del magistrato. La giovane riuscì a superare la prova. La formula ‘sesso in cambio di favori’ sarebbe stata applicata dal magistrato ancien un altro caso: intervenne il presso il presidente del collegio di disciplina dell’Ordine degli avvocati di Lecce, Augusto Conte, su richiesta di un altro avvocato, Manuela C. Anche in tal caso ci fu un incontro fra Arnesano e Conte, durante il quale «la richiesta veniva avanzata e accettata», e anche in tal caso – secondo la procura – il pm chiese all’avvocato delle prestazioni sessuali in cambio del suo intervento. Uno scenario a tinte fosche ricostruito grazie alle intercettazioni e in soli quattro mesi di attività investigative.

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giovedì, 6 Dicembre 2018 - 16:04
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