Inchiesta su Greco e l’ex area Cirio: spuntano i nomi di Cesaro e Pentangelo, riflettori sui rapporti con un giudice

Procura Napoli
di Manuela Galletta

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I rapporti, stretti, coi malavitosi da un lato: i D’Alessandro, i Cesarano, gli Afeltra e i Di Martino. Le amicizie che contano con la buona società civile di Castellammare di Stabia dall’altro: medici, politici (anche di spessore nazionale), giudici ed esponenti delle forze dell’ordine (tra cui ufficiali di alto profilo dell’Arma dei carabinieri). Nel mezzo le elezioni politiche che si sono volte nel comune stabiese nel maggio del 2013 e l’affare della riqualificazione dell’area ex Cirio.

Il ‘Giano Bifronte’ di Castellammare:
in affari coi clan e con la società civile
Ci sono nomi, cognomi e date nelle migliaia di atti di indagine che compongono l’inchiesta ‘Olimpo’, quella che il 5 dicembre scorso ha colpito i vertici di quattro cosche della cintura stabiese per reati estorsivi mandando in tilt, in modo particolare il sistema criminale dei D’Alessandro, tanto che quest’ultimo ha partorito la pubblica minaccia ai pentiti (quelli possibili) nella notte dei falò tra il 7 e l’8 dicembre. Ci sono nomi e cognomi della società che conta, e pure di quella che si muove nell’ombra perché fa affari illeciti. Due mondi distinti che finiscono con l’incrociarsi, e chissà se anche toccarsi, nella figura di Adolfo Greco, il ‘Giano Bifronte’ di Castellammare di Stabia dicono gli inquirenti lanciandosi nel paragone tra l’imprenditore e la divinità bicefala romana. Una testa e due volti. Il volto pulito che ispira fiducia e siede ai tavoli che contano, riuscendo a stringere rapporti – a livello politico – con il senatore di Forza Italia Luigi Cesaro, con Pasquale Sommesse (ex assessore regionale), Antimo Cesaro (ex assessore regionale), con Antonio Milo e Carlo Sarro, entrambi ex parlamentari. E il volto spregiudicato che invece guarda negli occhi il crimine organizzato e ci fa affari insieme.

Affare dell’area Cirio, i rapporti coi politici
e i nomi di giudici che spuntano dagli atti
Per i suoi rapporti con la camorra Greco è in prigione dal 5 dicembre scorso: è stato scoperto a patteggiare estorsioni a lui imposte e imposte ad altri imprenditori della zona. Ma sono i rapporti con la ‘Castellammare bene’ e con la politica, locale e non solo, che potrebbero riservare gli scenari più interessanti. La Direzione distrettuale antimafia di Napoli sta indagando, e la circostanza è nota da settimane, sull’ex area industriale Cirio di Castellammare di Stabia, interessata da un piano di riconversione e rigenerazione urbana: nell’ordinanza di custodia cautelare spiccata a corollario dell’inchiesta ‘Olimpo’ c’era un’intercettazione tra Greco e il malavitoso Michele Carolei che aveva visto i due impegnati in una discussione proprio sul punto. Ciò che invece non era ancora noto è che a questo progetto imprenditoriale sono legati, investigativamente parlando, nomi di politici. Ai quali poi seguono quelli di magistrati e di esponenti delle forze dell’ordine.

Ex area Cirio, il ruolo di Luigi Cesaro
e di Antonio Pentangelo
Ma andiamo con ordine risalendo il corso del ragionamento degli inquirenti. Ragionamento che si ancora allo scenario politico elettorale di Castellammare del 2013, che vide Luigi Greco, figlio di Adolfo, scendere in campo come aspirante consigliere comunale con il partito ‘Scelta Civica’ a sostegno del candidato sindaco, esponente di Forza Italia, Antonio Pentangelo. Per gli inquirenti non è un caso che Luigi Greco abbia ‘corso’ proprio per Pentangelo (oggi deputato di Forza Italia). Nato a Lettere 53 anni fa, Pentangelo è un fedelissimo di Luigi Cesaro, il ‘dominus’ di Forza Italia in Campania e attualmente senatore. E proprio grazie al suo legame con Cesaro è approdato alla Provincia di Napoli prima come vicepresidente (la nomina è del 9 ottobre del 2012) e poi come presidente (la carica viene ricoperta ad interim in seguito alla decadenza di Cesaro che si è ricandidato alle Politiche nel 2013). L’incarico di Pentangelo a presidente della Provincia diventa per gli inquirenti momento di interesse investigativo perché si ritiene che esso sia stato utilizzato a vantaggio di Greco relativamente alla vicenda ‘Cirio’. Non solo: a tal proposito gli inquirenti tengono a sottolineare che quell’incarico a Pentangelo sia stato conferito da Luigi Cesaro perché proprio quest’ultimo, che con Greco aveva avviato una personale interlocuzione, aveva intenzione di agevolare l’imprenditore nella vicenda. Di più però non viene aggiunto, ma è facile immaginare che su questo scenario siano in corso altri accertamenti. Accertamenti volti a provare l’aiuto ‘politico’ ipotizzato e a capire se esso, laddove ci sia stato, sia collegato a qualche contropartita.

Greco e il giudice amico,
il rapporto da approfondire
Così come accertamenti sono in corso sui rapporti che legano Greco a due magistrati in particolare e qualche esponente dell’ordine, cui proprio l’imprenditore fa riferimento in una conversazione dal carattere assai confidenziale intercorsa tra lui e Michele Carolei, fratello del boss del clan Cesarano Paolo. I due discutono a lungo e parlano anche dell’ex Cirio. E’ a tal proposito che Greco spiega di aver avuto da un magistrato e da un capitano dei carabinieri la raccomandazione a non apparire referente del progetto Cirio (infatti poi si decise di ripiegare sull’imprenditore Giuseppe Passarelli). Non è chiaro però se Greco davvero abbia ricevuto indicazioni o se l’imprenditore millantasse certe storie per provare a tirarsi fuori dall’affare. Ciò che agli inquirenti appare chiaro è, invece, un legame di conoscenza molto profondo tra Greco e un altro giudice, di cui viene fatto il nome e il cognome e sul quale – è verosimile – si sta cercando di vedere chiaro. Sempre parlando con Carolei, Greco sfoggia infatti il suo ventaglio di amicizie importanti, racconta di ricevimenti di nozze che lo vedono seduto al tavolo di due magistrati, uno dei quali è a lui molto vicino. E proprio riferendosi a questo giudice osserva: «A me personalmente mi rispetta… Me lo ha dimostrato già, è andato al convegno quando mio figlio ha fatto il convegno, è andata ai gazebo in mezzo alla strada lui, lui». Però subito dopo precisa al suo interlocutore che il rispetto esistente tra di loro poggia su una regola precisa: quella di non chiedere mai piaceri alla ‘toga’. «Però io con lui sempre da lontano? Hai capito? mai avuto però… Sta non noi, lui nel senso.. mai chiesto mai niente.. ho giurato e non andrà mai però.. ci ha piacere?», dice Greco.

Il medico del San Leonardo che operò
la moglie del boss per fargli un piacere
Chi, invece, sembra essere stato coinvolto da Greco per fari piacere ai camorristi è un medico che all’epoca delle intercettazioni lavorava all’ospedale San Leonardo e che si è messo a disposizione per operare la moglie di Michele Carolei, senza espletare tutta la procedura ospedaliera. Tanto che, a proposito del medico, gli inquirenti scrivono: «C’è una disponibilità del medico e dell’utilizzo improprio delle strutture ospedaliere» per fare un piacere a Greco. Anche questo episodio è sintomatico, a parere degli inquirenti, di come Greco sia influente negli ambienti della società civile. Una società sulla quale Greco ha avuto un peso sino al giorno dell’arresto. Non sfugge infatti la circostanza che anche alle ultime elezioni politiche a Castellammare il nome dei Greco abbia aleggiato sul voto: pur non candidandosi in prima persona, Luigi Greco ha manifestato pubblicamente appoggio al sindaco Gaetano Cimmino e col sindaco ha festeggiato davanti al comitato elettorale subito dopo l’esito del voto.
Sono tutte storie, quelle che vi abbiamo raccontato, che disegnano un ‘centro di potere’. Il ‘centro di potere’ della vita sociale della Castellammare ‘bene’. Ecco, forse, perché l’inchiesta ‘Olimpo’ fa paura.

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domenica, 23 Dicembre 2018 - 09:32
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