Pd, il ‘caso Napoli’ spacca la base nazionale. Migliore contro Martina: “Errore marchiano rinviare il voto”

di Manuela Galletta

Gennaro Migliore arriva a Napoli di prima mattina. Alle undici, minuto più minuto meno, è nell’Auditorium del palazzo di giustizia al Centro direzionale per partecipare a un dibattito sul carcere. Il sottosegretario alla Giustizia è nervoso e si vede. Durante il convegno inciampa in una lite dialettica, di breve durata, col presidente della Camera penale di Napoli Attilio Belloni: l’avvocato incalza Migliore sul tema spinoso del sovraffollamento carcerario e il rappresentante del Governo a tutti i costi vuole svicolare parlando di testi di legge al vaglio del Parlamento. Migliore è stizzito. Ed è facile immaginare anche il perché. Il Pd di Napoli ha mandato in tilt non solo i propri iscritti alla vigilia del voto per la scelta del segretario provinciale e dei circoli, ma è riuscito nell’impresa di aprire una nuova frattura nella già crepata base nazionale del partito dove a fatica Matteo Renzi e gli altri big stanno cercando una cucitura. Maurizio Martina, il vicesegretario nazionale dei dem, è ora sul banco degli imputati per l’isteria collettiva che s’è scatenata a Napoli tra sabato notte e domenica mattina: con una mail girata ad Alberto Losacco (il garante inviato a Napoli da Renzi per placare gli animi litigiosi dei piddini in vista del Congresso) intorno alle 11 di sera di sabato 11 novembre, Martina ha bloccato le votazioni previste per il giorno seguente a partire dalle 12, accogliendo di fatto la mozione di Nicola Oddati – uno dei tre candidati alla segreteria provinciale – che da una settimana denunciava irregolarità nei tesseramenti, gridava al Congresso “illegittimo e truffa”, sino ad arrivare a minacciare di denunciare il partito per i danni alla sua immagine che avrebbe provocato un congresso svoltosi su tesseramenti ricchi di errori. Dodici ore dopo la smentita della scelta di Martina, affidata ad una mail di Andrea Rossi, responsabile dell’organizzazione del Pd. Ed è qui che il già caotico scenario del Pd napoletano s’è trasformato in un groviglio di follia che ha coinvolto di riflesso la base nazionale. Gennaro Migliore, compulsato dai giornalisti sul caso Pd e sulla follia che ha accompagnato il voto poi svoltosi (tra le immancabili polemiche), definisce quello di Martina un “errore marchiano”, lasciando così intendere – senza giri di parole – quale sia la posizione del Pd nazionale rispetto a quanto accaduto. Una posizione di grande disappunto, anche perché – sussurrano i più maliziosi – Martina potrebbe aver agito in modo del tutto interessato. L’area che fa capo al vicepresidente del Pd sostiene al Congresso provinciale di Napoli proprio Oddati, mentre Massimo Costa, dato per favorito, conta sull’appoggio di un’ala renziana, degli orlandiani, e Tommaso Ederoclite sul sostegno dei giovani renziani. Che poi Migliore ce l’abbia con Oddati, emerge anche dalle critiche, velate ma non troppo, rivolte dal sottosegretario alla Giustizia dalla sua pagina Fb, il che dimostra come Migliore non abbia gradito il muro di ostilità alzato da Oddati rispetto alle modalità con le quali si stava per andare alle urne. Per il Pd non c’è pace. E pensare che proprio in questi giorni Matteo Renzi sta lavorando insieme a Dario Franceschini e ad Andrea Orlando per provare a rendere unito lo schizofrenico partito e a ricompattare il fronte della sinistra. Un lavoro di unità che il ‘caso Napoli’ sta mettendo a dura prova.

lunedì, 13 Novembre 2017 - 18:34
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