Agiscono in branco, per darsi forza. Tutti contro uno. La legge del vigliacco. E per sentirsi ‘grandi’, per dimostrare a se stessi e ai compagni di crimine di essere in grado di fare del male, usano le armi. Una pistola. Giocattolo o vera poco importa: la differenza, ad occhio nudo, la può cogliere solo un esperto. E’ la legge della prepotenza. Ché contro un ‘ferro’ pronto a fare fuoco ogni fiammella di resistenza è spenta sul nascere.
E’ il ritratto dei componenti della baby gang che questa mattina è stata fermata dai carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna. Sette ragazzini, tre dei quali da poco maggiorenni e gli altri quattro ancora minorenni. Tutti responsabili, recita l’atto d’accusa in calce agli atti di indagine coordinata dalla procura della Repubblica di Nola, di ben 17 rapine messe a segno nelle stazioni della Circumvesuviana, nelle piazze e nelle ville comunali dei comuni di Pomigliano d’Arco, Casalnuovo di Napoli, Brusciano, Volla e Casoria. Diciassette rapine commesse in soli due mesi. Due degli indagati sono stati già arrestati lo scorso 25 novembre per un altro raid. Diciassette rapine con 32 vittime.
Volto coperto, pistola in pugno e vittime adolescenti: lo schema criminale
Il modus operandi era sempre lo stesso. Si agiva con volto coperto, così da rendere impossibile un riconoscimento. E si agiva schermandosi dietro una pistola, in questo caso giocattolo. Non un’arma capace di uccidere o ferire. Non fa differenza. Nei pochi secondi in cui si consuma una rapina, non c’è tempo per la vittima di turno, soprattutto se non esperta di pistole, di cogliere la distinzione. Di capire se ti può arrivare una pallottola dritta in petto oppure no. Figurarsi poi se a distinguere tra un’arma vera e una giocattolo deve essere un ragazzino. Sì, perché la baby gang fermata dai carabinieri scegliere come vittime esclusivamente persone della sua stessa età. Adolescenti. Una doppia vigliaccata.
Il battesimo delinquenziale: impugnare a turno la pistola durante i raid
Ma a rendere ancora più allarmante, inquietante, le regole che disciplinano l’appartenenza a questa baby gang è un particolare emerso nel corso delle indagini. I componenti del branco facevano a turno a brandire l’arma contro la vittima. Facevano a turno nel rendersi materialmente responsabili della minaccia, della violenza. Una sorta di ‘battesimo’ delinquenziali. La prova da affrontare per potersi ritenersi a pieno titolo inserito nel microcosmo criminale cui si è scelto di appartenere.
martedì, 16 Gennaio 2018 - 15:15
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