«Potevamo mettere a soqquadro la piazza, oggi però il nostro unico intento non è protestare ma chiedere un aiuto alle istituzioni. Quell’aiuto che è mancato in questi giorni. Chiedo a tutti di fare qualcosa per ritrovare i miei parenti. Poi verrà il tempo dei ringraziamenti. Ora voglio solo la libertà». Al discorso di Francesco Russo, fratello, figlio e cugino dei 3 napoletani delle ‘Case Nuove’ scomparsi ormai da un mese in Messico, il corteo che questa sera ha invaso piazza Municipio per una fiaccolata pacifica, ha smesso di urlare ed intonare i cori. La zona è crollata in un silenzio inaspettato dopo un inferno da stadio. Pochi minuti prima, urla e fumogeni avevano invaso lo spazio antistante il Municipio prima che le telecamere delle tv nazionali raggiungessero il familiare dei “desaparecidos” partenopei. «Non ho ancora sentito le istituzioni. – ha continuato Francesco Russo – Ora aspettiamo che il sindaco scenda giù con noi a partecipare alla fiaccolata, sperando in una sua mobilitazione e in un suo impegno per far ritornare in patria mio padre, mio fratello e mio cugino. Ho sentito l’intervento di Alfano, ma ora non è il momento di proclami. Solo quando li rivedrò qui affianco a me ringrazierò chi si è impegnato». Raffaele Russo, Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, tutti e tre provenienti dalle ‘Case Nuove’, quartiere del centro di Napoli, sono scomparsi in Messico dallo scorso 31 gennaio. Giorno in cui hanno avuto l’ultimo contatto telefonico con i propri familiari. Secondo le autorità messicane, i tre italiani si erano recati in Centro America per vendere generatori e utensili elettrici: un business che avrebbero portato avanti fino al giorno del loro arresto e della loro conseguente sparizione. Una vicenda per cui sono indagati ben 7 poliziotti del luogo, tra cui una donna. Quattro tra questi sarebbero stati già arrestati e, secondo il procuratore dello Stato, Raul Sanchez, avrebbero confessato di avere consegnato gli italiani ai membri del crimine organizzato di Tecalitlan. Una circostanza che aveva denunciato anche il figlio Francesco Russo alle telecamere di tv e giornali italiani. «Non ho altre novità – ha ribadito Francesco – Vorrei che questa storia finisse il prima possibile. Non ce la facciamo più». Dopo il discorso del familiare, il corteo ha ripreso a marciare per raggiungere la Prefettura e il sindaco De Magistris. «Vogliamo un suo intervento. – ha detto Francesco prima di uscire dal radar delle telecamere – Deve far sentire la sua voce anche con le altre istituzioni italiane. D’altronde i miei parenti sono italiani. Tutti dovrebbero mobilitarsi per portarli alla libertà».
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mercoledì, 28 Febbraio 2018 - 21:26
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