Corsa scudetto da brividi, quando il gol di Dybala riporta alla mente la delusione di Champions dopo la beffa col Chelsea

di Renato Cavallo

Asciugate le lacrime per l’improvvisa morte del giocatore della Fiorentina, Davide Astori, giornali, web e televisioni sono tornare a parlare di calcio giocato. Lasciando da parte i discorsi buonisti del caso, inutile negare che dopo la pausa di cordoglio l’umore dei napoletani sia tornato a rabbuiarsi al sol ricordo della sconfitta casalinga con la Roma. Una doccia gelata che ha spento, o quasi, i sogni di gloria della piazza. La doccia però aveva cominciato a perdere acqua ghiacciata già prima della partita con i giallorossi, ammettiamolo. Dal punto di vista personale, confesso che, al gol di Dybala al 93° minuto di Lazio Juventus, nella testa mi rimbalzava in continuazione l’immagine del salvataggio sulla linea di porta del difensore Ashley Cole sul tiro di Christian Maggio al 90esimo di Napoli Chelsea, sei anni fa. Se il tiro del terzino azzurro fosse entrato in porta, la squadra di Mazzarri avrebbe messo in cassaforte il passaggio ai quarti di finale della Champions league 2011/12. Comunque, al termine della partita ci guardammo terrorizzati negli occhi mio fratello, un amico ed io. Lasciando lo stadio non riuscivamo a non parlare della brutta sensazione provocata dal mancato 4-1. Quella sensazione prese forma quando Drogba, intervistato con la coppa dalle grandi orecchie in mano, dopo la finale vinta contro il Bayer di Monaco, disse che quel trionfo il Chelsea lo ottenne al San Paolo grazie al salvataggio di Cole su Maggio. Ecco. La stessa, ma proprio identica sensazione l’ho avvertita al gol di Dybala. Un brivido di freddo è corso lungo la schiena quando, dopo 90 minuti di niente, l’argentino ha infilato sotto la traversa l’unico tiro della Juventus dopo una partita che definire soporifera era un eufemismo. Il Napoli doveva ancora scendere in campo e io già sapevo come sarebbe finita la partita. 27 tiri, due gol per il Napoli. Tre tiri per la Roma, quattro reti. Se a questo aggiungiamo che neanche i telecronisti di Sky si erano accorti che il tiro di Under fosse finito alle spalle di Reina, non si può non dar il giusto peso alle brutte sensazioni pre partita. Alla sfortuna non ci credo. Credo però ai segnali, all’allineamento dei pianeti e alla prima legge di Murphy. Sono sicuro invece, che il fallo di Benatia su Lucas Leiva fosse da rigore e che il Var nelle partite della Juve sia inutile orpello.

martedì, 6 Marzo 2018 - 17:11
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