Né unità, che il segretario provinciale Massimo Costa aveva provato a invocare. Né notte dei lunghi coltelli, come si vociferava tra le anime delle minoranza del Pd pronte a fare la parte del leone dopo la disfatta di Matteo Renzi. Bensì un ring, sul quale risolvere vecchi contrasti mai sanati e che mai si saneranno. Questo pomeriggio l’assemblea provinciale del Pd di Napoli, convocata nel Mav di Ercolano, è stata sporcata da una rissa, per fortuna solo verbale, che ha inevitabilmente riacceso i riflettori su un partito, a Napoli più che mai, dilaniato. Un’altra figuraccia, quasi annunciata dal presidente nazionale del Pd Matteo Orfini che, appena ieri, aveva definito «preoccupante» «il comportamento dei dirigenti campani» accusandoli di «pensare alle contrapposizioni gli uni contro gli altri» anziché «alla gravità della situazione».
Oddati e i suoi scatenano il putiferio
Storia di contrasti mai sanati
La miccia la innesca l’intervento dal palco di Massimo Costa, segretario provinciale del partito: «Facciamo l’analisi vera del voto per capire quale strada intraprendere. Serve innanzitutto autocritica, basta autoreferenzialità, facciamo un bagno di umiltà: la crisi non si risolve in tempi rapidi. Dobbiamo tornare a guardarci negli occhi per costruire la comunità che il 4 marzo ci ha voltato le spalle. Ripartiamo dall’unità». Costa conclude, dopo di lui interviene Nicola Oddati e si scatena il putiferio. Tutta colpa delle elezioni a segretario provinciale che Nicola Oddati, a distanza di mesi, non ha ancora digerito: l’ex ds s’era pure candidato all’incarico, competendo con Costa e con Tommaso Ederoclite, ma la sfida si trasformò in duello con Oddati che portò finanche le carte in Tribunale per ottenere l’annullamento del voto (velenoso) che aveva consacrato Costa come vincitore. E così Oddati, questo pomeriggio, ha provato a riaprire una questione che pareva superata, spingendo Tommaso Ederoclite – nominato presidente provinciale del Pd – a togliergli la parola: «Il suo intervento è finito». Oddati torna al suo posto ed è caos. I suoi sostenitori si alzano in piedi, e indirizzano urla e insulti verso Tommaso Ederoclite. «Tommaso vattene», è il grido che riecheggia con maggiore forza e insistenza. Le grida di rabbia vengono, quindi, mal digerite dai sostenitori del presidente dell’assemblea napoletana che, a loro volta, reagiscono alle provocazioni, ponendosi in difesa di Ederoclite. Da qui spintoni, offese e un accenno di zuffa che si risolve soltanto con l’arrivo degli agenti della polizia di Stato, intervenuti a riportare la calma nella sala conferenza del museo.
mercoledì, 14 Marzo 2018 - 22:18
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