Cassazione accoglie l’istanza, possibili sconti di pena per il boss Rea di Casalnuovo

Tribunale di Napoli
di Giancarlo Maria Palombi

Di anni ne sono passati nove da quando il ras Francesco Rea detto «’o pagliesco» venne arrestato nell’ambito dell’operazione “Venere Rossa”, condotta dai carabinieri del nucleo operativo di Castello di Cisterna: adesso la Corte  di Cassazione accoglie il ricorso della difesa per l’ottenimento di una riduzione della pena. La sentenza, dopo anni di ricostruzioni degli inquirenti, ha condannato in via definitiva il boss a sedici anni di reclusione. A seguito della condanna la difesa ha deciso di ricorrere in Corte di Appello per impugnare l’ordinanza con la quale si era rigettata la possibilità di una riduzione della pena, oramai emessa in via definitiva. All’epoca dell’arresto Rea riuscì a sfuggire alla cattura; poi, solo dopo alcuni giorni, dal primo blitz dei carabinieri di Castello di Cisterna, nell’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare a seguito delle indagini della Dia di Napoli sul clan Venureso – Rea, fu acciuffato in un supermercato di Pozzuoli. La prima condanna è arrivata nel dicembre del 2010, quando Rea è stato dichiarato colpevole per i reati di associazione mafiosa finalizzati all’esercizio abusivo del credito e all’estorsione. La Corte di Appello, dopo due anni, ha confermato le accuse divenute poi definitive in Cassazione solo nel 2013. Da allora il boss è agli arresti per scontare la condanna a suo carico. Nel 2016 sono ricominciate le battaglie legali per l’ottenimento di una riduzione della pena per il boss – agli atti difeso dagli avvocati Armando Veneto ed Emiliano Iasevoli. La Corte di Cassazione ha infatti accolto un’istanza di continuazione tra la pena attuale e le pregresse condanne già scontate.  Il ricorso ha annullato il diniego precedente con il quale la Corte si era espressa negativamente e dunque potrebbe favorire una nuova rivalutazione del caso riguardo agli sconti della pena a carico del ras.

domenica, 18 Marzo 2018 - 17:30
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