Appalti a Ercolano, amnesia dei pm: l’uomo di Casillo è indagato ma nei capi d’accusa non gli è contestato alcun reato

Procura di Napoli (foto Kontrolab)
di Dario Striano

Tra gli indagati c’è pure il suo nome ma una dimenticanza dei pubblici ministeri potrebbe graziarlo. Almeno per il momento. Michele Maddaloni, il factotum nel Vesuviano del signore delle tessere in Campania, il super consigliere regionale del Pd Mario Casillo, è anche lui tra i destinatari dell’avviso di conclusione indagine notificato dalla guardia di finanza lunedì 21 marzo. Per l’inchiesta che riguarda tre opere pubbliche in città, per cui sono indagati 27 tra imprenditori, tecnici e politici ercolanesi, accusati a vario titolo di turbativa d’asta, falso ideologico, abuso d’ufficio, traffico di influenze illecite, corruzione, frode nelle pubbliche forniture e truffa. Ma il suo nome, nell’avviso firmato dai sostituti procuratori Valter Brunetti e Celeste Carrano, non compare in nessuno dei capi di imputazione contestati in 20 pagine dai pubblici ministeri della procura di Napoli. Detto in altri termini, non si evince mai quale sarebbe stata la condotta di Maddaloni nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte irregolarità relative all’aggiudicazione di tre diversi appalti pubblici, quello della ristrutturazione della caserma dei carabinieri, dei lavori di rifacimento di Villa Campolieto e dei lavori di manutenzione delle strade in via Pugliano. La dimenticanza potrebbe giocare a favore dell’ex e attuale consigliere del Partito democratico ad Ercolano, nonché delegato di Città Metropolitana al progetto “Grande Pompei”, perché potrebbe invalidare l’atto giudiziario. Il capo di imputazione infatti permette di poter organizzare ed attuare il diritto di difesa riconosciuto all’indagato nel diritto processuale penale italiano. L’avviso di conclusione delle indagini preliminari, oltre a essere notificato prima della scadenza del termine per le indagini, quindi per legge deve contenere la sommaria enunciazione delle norme di legge che si ipotizzano violate, in modo che l’indagato possa presentare memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa a investigazioni del suo difensore o possa presentarsi al pubblico ministero per richiedere di essere interrogato. Per Maddaloni, invece, nulla di tutto questo è possibile. Facile dunque immaginare che l’avviso di chiusura indagini sarà dichiarato nullo, con tanto di onere, a carico dei pm titolari del fascicolo, di dover ripetere la procedura.

venerdì, 23 Marzo 2018 - 22:37
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