Sono partiti alla volta del Messico i primi «agenti speciali» che si occuperanno delle ricerche dei tre napoletani scomparsi dalla scorso 31 gennaio a Tecaticlàn. Nei giorni scorsi il governo italiano aveva annunciato l’organizzazione di una task force che potesse collaborare, e soprattutto effettuare un’attività di controllo e supervisione, con le forze di polizia messicane. Una prima risposta agli appelli per troppo tempo inascoltati di Francesco Russo, figlio di Raffaele, che nelle settimane scorse ha incontrato Angelino Alfano in compagnia dei suoi avvocati, al fine di esercitare pressioni sulle autorità italiane affinché collaborassero con questo caso, in quanto famiglia colpita. Francesco Russo ha ripetutamente affermato che l’ufficio del procuratore di Jalisco non ha fatto nulla per accertare dove si trovassero coloro che sono stati prelevati dalla polizia di Tecalitlán, e poi consegnati ai membri del cartello “Jalisco Nueva Generación”, uno dei più pericolosi gruppi criminali messicani. Anche le organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti dell’uomo sono scese in campo presentando un’istanza ufficiale alle autorità sudamericane. Il governo del Messico ha avuto una sorta di ultimatum: 15 giorni per essere in grado di fornire informazioni alla Commissione dell’Onu sulle misure che adotterà per cercare gli italiani scomparsi; inoltre dovrà dettagliare periodicamente i progressi riscontrati nelle indagini.
lunedì, 26 Marzo 2018 - 15:18
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