Boscoreale, cerca di sottrarsi all’arresto: rivolta di un intero rione contro i militari Condannato a sei mesi, è già libero

Tribunale Torre Annunziata
di Dario Striano

Alla vista dei carabinieri ha cominciato a scappare cercando un nascondiglio nelle scale di un condominio di edilizia residenziale, ma, quando il suo maldestro tentativo di fuga è stato reso vano dai carabinieri, ha scatenato l’inferno nel rione popolare. Provocando una rivolta, fortunatamente solo verbale, degli abitanti del complesso del Piano Napoli di Boscoreale. Tra cui anche quella di due minorenni, particolarmente esagitati nel rivolgere minacce alle forze dell’ordine. Protagonista della ribellione e dell’arresto (avvenuto il 27 marzo) un pregiudicato di Pompei, Luigi Pecoraro, già condannato per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti con l’aggravante delle armi e destinatario di un foglio di via dal comune di Boscoreale. «Quando lo abbiamo portato vicino alla macchina di servizio, ha cominciato a minacciarci. Dicendo che sarebbe tornato a fare il criminale e che avrebbe fatto saltare in aria la caserma. Tutto il rione così ha cominciato ad insultarci, compreso due ragazzini. I figli delle persone con cui un tempo l’arrestato gestiva il traffico della droga», ha spiegato ieri mattina in Tribunale il maresciallo che ha eseguito l’arresto. Il maresciallo ha testimoniato al processo per direttissima a carico di Pecoraro che si è svolto dinanzi al giudice monocratico del tribunale di Torre Annunziata, Luisa Crasta. «Durante la nostra consueta azione di tutela e controllo del territorio di Boscoreale – ha detto il carabiniere – notavamo l’imputato, destinatario di un foglio di via, scendere dalla propria autovettura e darsi alla fuga dopo aver notato la nostra presenza. Lo abbiamo così rincorso per identificarlo, ma lui è scappato. Quando lo abbiamo trovato la gente si è messa a suo scudo, rivolgendoci minacce e offese, mentre dai balconi volava ogni tipo di insulto. Siamo stati così costretti a chiamare rinforzi». Nonostante l’arrivo di altre pattuglie di carabinieri sul posto Luigi Pecoraro non si sarebbe però calmato e avrebbe continuato a resistere all’arresto. «Quando sembrava essere ormai entrato in macchina – ha continuato il maresciallo – è uscito dal veicolo improvvisamente, spingendo lo sportello, strattonando l’appuntato e cercando di darsi alla fuga. Ma lo abbiamo nuovamente bloccato». Al racconto del carabiniere l’imputato ha avuto un nuovo scatto d’ira e ha urlato al giudice che il militare «stava dicendo solo bugie». Un intervento che gli è costato un richiamo dal tribunale. «Non ho provato a darmi alla fuga ne ho spintonato – ha dichiarato spontaneamente, rifiutando l’esame da parte del giudice, Pecoraro – Al petto porto un pacemaker, quando ho sentito la mano del carabiniere in quel punto, ho avuto un istintivo tentativo di reazione. Perché in quel punto provo ancora molto dolore. Ero nel rione per vendere il pane che avevo in macchina. Così mi mantengo, per questo sono scappato». L’imputato, difeso dall’avvocato Stefano Beriano, dopo la convalida dell’arresto con obbligo di presentazione della firma alla polizia giudiziaria per tre giorni a settimana, ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato – che prevede lo sconto di un terzo della pena. Il pubblico ministero ha chiesto così la condanna a 7 mesi di reclusione, mentre la difesa l’assoluzione vista la tenuità del fatto. Alla fine il giudice lo ha condannato a sei mesi, rimettendolo in libertà (vigilata).

venerdì, 30 Marzo 2018 - 11:25
© RIPRODUZIONE RISERVATA