Dieci mesi di commissariamento e un territorio da rimettere in sesto. Torre del Greco, quarta città della Campania, tornerà al voto dopo lo scossone giudiziario che lo scorso mese di agosto portò in carcere l’allora sindaco in carica Ciro Borriello. Il chirurgo di via Del Monte accusato di aver intascato mazzette per favorire la ditta rifiuti “Fratelli Balsamo”, incassando fino a ventimila euro al mese, secondo l’accusa. Scarcerato, è stato poi rinviato a giudizio insieme ad altri cinque imputati ma ora potrà affrontare più serenamente la campagna elettorale. La prima udienza del processo “monnezzopoli” al tribunale di Torre Annunziata, fissata per lo scorso 21 marzo, è infatti slittata a inizio giugno a causa di un difetto di notifica. Una tregua giudiziaria per l’ex esponente di Forza Italia che prima della bufera rifiuti aveva tentato l’avvicinamento alla Lega di Salvini sperando di agguantare un posto in Parlamento. Progetto poi naufragato a causa dell’inchiesta. Ciro Borriello non è sceso in campo direttamente in questa tornata elettorale all’ombra del Vesuvio, tuttavia sostiene la candidatura a sindaco della sua fedelissima, Romina Stilo. La pasionaria della politica torrese e già vicesindaco ha messo insieme una coalizione formata da cinque liste civiche aprendo di fatto una crepa nell’area del centrodestra che si presenterà alle urne spaccato. Ha infatti ufficializzato alleanze e programmi anche Valerio Ciavolino, già sindaco la cui amministrazione fu sciolta per infiltrazioni malavitose ma poi reintragrata da una sentenza del Tar. Torre del Greco è storicamente una roccaforte del centrodestra ma il voto del 4 marzo ha sancito anche qui il trionfo del Movimento 5 Stelle, primo partito con oltre il 50% delle preferenze seguito da Forza Italia sotto il 20%. Mentre il Pd si è fermato intorno al 12%. Dopo aver tentato di piazzare il nome della Stilo sul tavolo del centrodestra, i borrelliani di ferro si sono staccati dai partiti avviando la corsa civica. Così Forza italia, contrapposto agli ex alleati, dovrebbe tentare la corsa a Palazzo Baronale con il nome dell’ex assessore ai Lavori Pubblici Luigi Mele. Ma le trattative per alleanze e candidature sono ancora in divenire. A dialogare con loro una corazzata di nove liste civiche capitanate dal mobiliere Giovanni Palomba, ex dc che ha già dato la sua disponibilità alla candidatura a sindaco. Civiche di ispirazione moderata a cui, dunque, in questa fase guarda anche il Partito Democratico. Avviate le consultazioni interne, i dem hanno messo sul tavolo una lunga lista di papabili. Incassati i no dell’ex segretario cittadino Vittorio Cuciniello e della consigliera regionale Loredana Raia (candidata a sindaco nel 2014 e sconfitta per pochi voti da Borriello), hanno lanciato nell’agone politico cinque nomi: Porzio, Gorga, Romano, Mennella e Polese. Tutto e niente, insomma per i democrat che vogliono mantenere la leadership del tavolo del centrosinistra ma sembrano ancora in alto mare. Chi ha cercato di fare un passo avanti è il parlamentare uscente Nello Formisano, fuori dai giochi del suo partito LeU alle politiche ha manifestato la volontà di impegnarsi per Torre del Greco. Al momento, ruota attorno a lui un’aggregazione civica ma anche in questo caso i giochi sono ancora aperti. C’è poi il capitolo del Movimento 5 Stelle che sta tenendo tutti con il fiato sospeso. Anche se il deputato torrese Luigi Gallo, all’indomani del trionfo alle politiche, aveva annunciato: «Abbiamo già lista e candidato sindaco» ad oggi i grillini non hanno ancora scoperto le loro carte. Per le coalizioni in via di definizione a destra e a sinistra sono i 5 Stelle il nemico da sconfiggere.
venerdì, 6 Aprile 2018 - 19:05
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