Francesco Casillo, il boss di Boscoreale, non è l’autore del duplice omicidio dei fratelli Marco e Maurizio Manzo. La Corte di Assise di Appello, ribaltando la condanna in primo grado del tribunale di Napoli, ieri ha assolto con formula piena l’imputato, attuale collaboratore di giustizia, ritenuto esponente di primo piano di un clan della camorra dedito al traffico di droga. Secondo i giudici d’Appello dunque Francesco Casillo non ha preso parte all’agguato avvenuto in un bar di Terzigno il 10 febbraio 2007, quando i fratelli Marco e Maurizio Manzo, di 38 e 33 anni, furono assassinati da due killer che piombarono nel bar Maemi di Terzigno mentre i due uomini stavano guardando gli ultimi minuti della partita Napoli-Piacenza.
La sentenza
La sentenza e’ stata emessa dalla quarta sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli che ha accolto le richieste degli avvocati Saverio Senese e Libero Mancuso. In primo grado Casillo era stato condannato all’ergastolo. A chiamarlo in causa come presunto organizzatore dell’agguato erano stati diversi collaboratori di giustizia che non sono stati evidentemente – come sottolineano i legali – «ritenuti attendibili dai giudici di Appello». Casillo, – che resta comunque in carcere per altri delitti – si è da sempre detto estraneo al delitto di Terzigno, sostenendo di avere uno stretto legame con le vittime.
giovedì, 12 Aprile 2018 - 12:03
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