La condanna a sei anni e sei mesi nell’estate dello scorso anno nell’ambito di una maxi-indagine sugli affari illeciti gestiti dalla sua famiglia a Somma Vesuviana. La condanna e la fuga dalla giustizia. Una fuga sulla quale si è finalmente chiuso il cerchio. Questa mattina gli agenti del commissariato ‘San Ferdinando’ hanno arrestato il latitante Ferdinando D’Avino, dell’omonimo clan attivo nell’area Vesuviana. Figlio del boss Giovanni detto ‘o bersagliere, D’Avino è stato fermato a Napoli. Con lui è finito in manette il suo autista, Antonio Schetter, contro il quale è stata mossa l’accusa di favoreggiamento aggravato dalla matrice camorristica.
Ferdinando D’Avino e Antonio Schetter viaggiavano a bordo di una macchina, guidata da Schetter, quando si sono imbattuti in un posto di blocco sulla Riviera di Chiaia. Lui, il ras latitante, ha provato a ingannare gli agenti esibendo un documento contraffatto, recante tra l’altro le generalità di un suo cugino. Ma i poliziotti hanno subito notato che la carta di identità era contraffatta. Così hanno portato entrambi gli uomini in commissariato: inutile il tentativo, compiuto anche da Schetter, di continuare a mentire sulla propria identità. La verità è saltata fuori e dopo le formalità di rito, sia Ferdinando D’Avino che Schetter (il cui figlio Mario è stato condannato insieme a D’Avino nell’ambito della maxi-inchiesta sul clan) sono stati trasferiti nel carcere di Secondigliano. Nelle prossime ore Schetter dovrà affrontare l’udienza di convalida del fermo. Per D’Avino, invece, si sono aperte le porte della prigione in ragione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che attendeva da tempo di essere notificata.
giovedì, 12 Aprile 2018 - 12:16
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