Napoli e i parcheggiatori, dossier dei Verdi: le 10 aree ostaggio dei ‘guardamacchine’ Nomi e volti di chi gestisce il business

di Laura Nazzari

Un anno di lavoro. Con la telecamere del telefono cellulare puntata su alcune zone di Napoli dove il business della sosta selvaggia ingrossa la pancia e le tasche dei parcheggiatori abusivi prima e della criminalità organizzata poi. Un anno di lavoro, racchiuso in un dossier dove con meticolosità trovi i nomi delle strade ‘gestite’ dai guardamacchine, l’orario dei servizi di appostamento, e in molti casi anche i volti di chi, la sosta, la gestisce.
Fatti, circostanze, dettagli: il dossier della vergogna del parcheggio illegale l’hanno compilato il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli e il consigliere comunale di Napoli, Marco Gaudini, che, insieme a Gianni Simioli de La radiazza, hanno già fondato la pagina Facebook ‘Io odio i parcheggiatori abusivi’ alla quale, nel corso dell’ultimo anno, sono arrivate migliaia di segnalazioni da parte di automobilisti e motociclisti stanchi di dover subire le angherie dei parcheggiatori abusivi. Ed è proprio partendo dalle denunce, che Borrelli e Gaudini hanno deciso di scendere in strada e mappare il territorio. «L’esigenza è nata dopo aver constatato la difficoltà delle forze dell’ordine nel procedere contro i parcheggiatori perché non ne conoscono l’identità – spiega Borrelli – Ecco che i volti e le generalità li abbiamo forniti noi». Il dossier sarà consegnato al prefetto venerdì mattina, accompagnato dalla speranza che la lotta ai guardamacchine possa fare il salto di qualità.
Dieci in particolare sono state le aree sulle quali si è focalizzata l’attenzione di Borrelli e Gaudini. Tra queste quella di via Sedile di Porto, alle spalle dell’Università. «Qui i soldi che girano riescono a mantenere anche sei famiglie – spiega Borrelli – Si lavora 24 ore su 24 e tutta la settimana. Di mattina e pomeriggio ci sono gli studenti che si rivolgono ai parcheggiatori, la sera e soprattutto nel fine settimana sono invece i clienti dei locali del centro storico a fermare la macchina nelle zone controllate dai parcheggiatori». Il lavoro è corposo e prova a dare risposte ai napoletani esasperati dal fenomeno e anche dall’arroganza e dalla prepotenza dei parcheggiatori che impongono non solo tariffe per la sosta ma spesse volte passano anche alle minacce. Emblematica è la fotografia di Fuorigrotta nella zona antistante lo stadio in occasione delle partite del Napoli. «Ci sono zone di Napoli, come a Fuorigrotta dove i parcheggiatori occupano anche le strisce blu, controllando la sosta in zone dove si deve pagare e togliendo così gli incassi al Comune», continua ancora Borrelli. Che ricorda anche episodi di vere e proprie rivolte dei parcheggiatori nelle aree dove si è cercato, in qualche modo, di arginare il fenomeno dei guardamacchine. «Nella zona del Med tutta la sosta era gestita da loro, poi la Napoli Park ha aperto un parcheggio con tariffe convenienti e a quel punto ci sono state pure delle reazioni violente da parte dei parcheggiatori. Questo è lo scenario in cui ci muoviamo. Ed è necessario che qualcuno faccia qualcosa». Di qui il dossier che sarà presentato al prefetto venerdì. Nella stessa giornata in via Chiatamone è stata organizzata, sempre da Borrelli, una protesta contro i parcheggiatori. Strada scelta non a caso: due settimane fa un 30enne, commerciante e padre di famiglia, ha aperto il fuoco contro un gruppetto di parcheggiatori abusivi a seguito del furto dello scooter parcheggiato proprio nella zona controllata dai guardamacchine.

giovedì, 19 Aprile 2018 - 20:05
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