Il lunedì da ultrà del sindaco de Magistris
Il tifo per nascondere i problemi della città

Luigi De Magistris
Luigi de Magistris
di Danio Gaeta

«Ci riprenderemo il maltolto, basta con i furti di Stato e di calcio». E’ lunedì mattina, il sogno scudetto del Napoli dopo una cavalcata eccezionale sta svanendo. Un uomo entra nel bar sotto casa per fare colazione e scambia quattro chiacchiere con gli amici prima di andare a lavoro. E’ deluso. L’argomento non può che essere il week-end calcistico appena concluso. Le nefandezze dell’arbitro Orsato di Inter-Juventus, i poteri forti e perché no, anche un po’ di De Laurentiis ‘pappone’, che non guasta mai.
Lo stesso uomo poi esce dal bar e vede i cumuli di rifiuti che invadono la carreggiata. Si mette alla guida della sua auto e cerca di evitare le buche sull’asfalto; poco prima di parcheggiare, infine, mentre sta facendo tardi in ufficio per il traffico congestionato, riflette: «Per fortuna stamattina non ho preso i mezzi pubblici, perché non passano».
Sì, perché Napoli, la città, di problemi ne ha tanti. Basta aprire gli occhi e girare un po’, per capire che i guai del pallone devono finire domenica sera. Perché i problemi seri, quelli che interessano alla gente, sono tutti irrisolti.
Quella frase sul maltolto, sui furti di calcio e di Stato, però, non l’ha detta un napoletano qualsiasi tra un caffè e un cornetto. L’ha detta il sindaco Luigi de Magistris, che all’improvviso, di lunedì mattina si risveglia ultrà. Ma di quelli veri. Forse tra rifiuti non raccolti, mezzi pubblici fermi ai box, strade distrutte e debiti del Comune, è meglio parlare del Napoli calcio (che funziona davvero) ed è meglio fare le vittime del ‘sistema’. E a quanto pare al sindaco riesce benissimo.
«Sono orgogliosamente napoletano sempre, nella gioia e nel dolore, con i nostri difetti ed i nostri pregi – ha scritto de Magistris sul suo profilo Fb – la nostra Città e il popolo napoletano sono stanchi delle ingiustizie». «Ci riprenderemo tutto quello che ci avete levato, conquisteremo quello che ci spetta – ha tuonato l’ex pm sfruttando la potenza comunicativa dei social – nulla di più di ciò di cui abbiamo diritto. La differenza tra noi e quelli che usurpano i nostri diritti, è che noi comunque viviamo perché amiamo ed abbiamo un cuore grande e profonda umanità, loro invece si sentono forti e potenti rubando, con furti di Stato o di calcio». E poi il gran finale: «Il maltolto ce lo riprenderemo tutto, senza lamentele e senza cappello in mano, con la schiena dritta e con la lotta. La nostra dignità non ha prezzo, la nostra sete di giustizia è vasta e profonda – ha concluso – uniti si vince, abbattendo i palazzi dei poteri corrotti, conquistando i nostri traguardi. W Napoli». Un sermone sentito, quello del sindaco che sicuramente arriva dal cuore. Ma che è mosso soprattutto dalla testa.
E’ la storia della pizza, del mandolino, di Pulcinella e del sole che salveranno questa città. Intanto report e statistiche, proposti da autorevoli società di ricerche, offrono un quadro desolante. Napoli è ultima per qualità della vita; tra le ultime per l’occupazione giovanile; pessima per livello dei servizi sanitari offerti. Le classifiche sono tante, tutte drammaticamente vere. Ma la vera delusione, almeno per il sindaco de Magistris, è che lo scudetto di calcio sia stato ‘scippato’ al Napoli. Addirittura il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, sino a qualche mese fa candidato in pectore di Forza Italia per la presidenza del Consiglio dei Ministri, e tifoso juventino, si è scomodato per ribattere a de Magistris. «Da tifoso spero che la Juve vinca, oggi il campionato di Serie A è un torneo a due velocità, che non crea il pathos che dovrebbe creare un torneo importante come quello italiano – ha detto Tajani – le parole di de Magistris non meritano commento, lasciano il tempo che trovano». Tutti: tifosi di calcio, simpatizzanti e appassionati di sport hanno visto ciò che è accaduto sabato sera a Milano. Eccetto gli juventini. O forse fanno semplicemente finta di non vedere. Tutti: cittadini, studenti, massaie e lavoratori vedono ciò che ogni giorno succede a Napoli. Eccetto de Magistris. Forse anche lui fa solo finta di non vedere. Ma questo è un po’ più grave.

martedì, 1 Maggio 2018 - 08:30
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