Mamma in cella, padre marittimo
«Il nonno abusava della bimba»
Storia choc raccontata in Tribunale

Tribunale Torre Annunziata
di Dario Striano

«Mia figlia mi raccontava che mentre io ero in carcere, di notte il nonno la toccava nelle parti intime. Quando lei si svegliava di notte lo trovava nudo nel suo letto». E’ il dramma di una bambina – all’epoca dei fatti – 12enne raccontato ieri mattina dalla mamma nell’aula Giancarlo Siani del tribunale di Torre Annunziata (presidente Fernanda Iannone). Un dramma «durato un anno, per tutto il 2015», mentre la madre keniota, residente per molti anni in costiera sorrentina, era «ristretta nell’istituto penitenziario di Avellino per scontare una pena per droga». Mentre il padre marittimo, imputato assieme alla nonna paterna della ragazzina per omessa denuncia, era «imbarcato per lavoro». «Da una telefonata appresi che il nonno paterno abusava di Stefania (nome di fantasia) – ha raccontato la mamma – Inizialmente mia figlia mi disse che aveva avvertito anche il padre e la nonna. Soltanto dopo la denuncia che presentai mi disse che in realtà il padre era all’oscuro di tutto». Stefania avrebbe mentito alla madre «per non farla preoccupare», perché «pensava che dicendo così» la mamma «si tranquillizzasse nel sapere che in ogni caso c’era il padre a difenderla».  «Oggi Stefania e mio marito, con cui sono tornata assieme dopo 3 anni di separazione – ha detto la donna – hanno un buon rapporto. Giocano e parlano continuamente, anche se Stefania non è più la stessa». E’ «sempre arrabbiata» Stefania, oggi appena 15enne. E’ sempre «nervosa», secondo il racconto del testimone. Non si diverte più «con trucchi e vestiti», i suoi ‘vecchi’ passatempo preferiti. Ha smesso di portare «i suoi bei capelli lunghi». Adesso «si rasa a zero e veste maschile» e «ripudia i coetanei maschietti» così come «l’idea di un fidanzatino». «Da quando è uscita dalla comunità – ha detto la mamma – subito dopo la mia scarcerazione, viviamo tutti assieme sotto lo stesso tetto. Lei ha seguito un trattamento psicologico, ma non è più la bambina innocente di prima». Già, Stefania è stata in cura per anni da uno psicologo «che le ha consigliato di scrivere le sue emozioni», di «scrivere una lettera alle persone che riteneva in qualche modo colpevoli di quella vicenda». «Al nonno non ha voluto scrivere – ha continuato la mamma – mentre ha scritto una lunga lettera alla nonna, il cui contenuto mi è stato riportato dal medico». Nella missiva la 12enne avrebbe chiesto alla nonna paterna «il perché del suo comportamento omertoso». «Scriveva –  ha raccontato il testimone – “nonna, io pensavo tu fossi mia amica, perché non mi hai difeso?”». Una lettera «straziante», in cui è stata denunciata «la complicità dell’anziana signora». «Mi disse che quando le raccontò l’episodio per la prima volta, lei l’ha congedata semplicemente con un “lascia stare il nonno, lui non sta bene con la testa”. Poi successivamente le disse di chiamarla, qualora fosse successo nuovamente». Ma niente sarebbe cambiato. La nonna avrebbe fatto orecchie da mercante alle richieste d’aiuto per gli abusi. «Piangendo Stefania mi rivelò – ha detto la mamma – che provava a respingere il nonno con schiaffi e spintoni. Che tentava di chiamare la nonna che però non è mai intervenuta». Diverso invece sarebbe stato il comportamento del padre, ‘scagionato’ dalla testimone. «Sulla sua posizione del papà c’è stato un fraintendimento – ha detto la madre – Anzi devo dire che ha chiesto alla società di poter tornare a casa e una volta appreso ciò che stava accadendo ha subito creduto alle parole di Stefania, l’ha portata via da quella casa per farla vivere con la compagna di allora a Torre del Greco, visto che io ero in carcere». E proprio a casa della torrese che gli assistenti sociali hanno prelevato la bambina per portarla in una casafamiglia. «Prima di quella telefonata in carcere avevo avuto solo un segnale – ha concluso il testimone – Stefania mi disse che era un po’ di tempo che faceva la pipì al letto durante la notte. Ma mai avrei pensato che in quella casa accadessero orrori del genere».

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mercoledì, 9 Maggio 2018 - 21:56
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