Sorrento, turista stuprata dai dipendenti di un albergo: 5 arresti. I video della violenza finiti in una chat ‘cattive abitudini’

Abusi

L’orrore vissuto da Sara (il nome è di fantasia) nell’ultima notte di vacanza trascorsa in un albergo della Penisola Sorrentino ha il volto di cinque uomini, cinque dipendenti della struttura ricettiva scelta per trascorrere la vacanza. Nell’ottobre del 2016 quei cinque uomini la violentarono tra la piscina e la camera d’albergo. Uno stupro di gruppo. Un inferno anche filmato con foto e telefonini. Immagini finite in una chat chiamata ‘Cattive abitudini’. Questa mattina cinque persone sono state arrestate in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere spiccata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata su richiesta della procura oplontina: in calce al provvedimento ci sono i nomi di Antonio M., Davide G., Fabio D.V., Raffaele R. e Francesco D’A., residenti tra Massa Lubrense, Portici, Vico Equense e Torre del Greco. Sono tutti accusati di violenza sessuale di gruppo, con l’aggravante dell’uso di sostanza stupefacente. A dare la stura all’inchiesta è stata proprio la denuncia della vittima, una donna di 50 anni della Gran Bretagna che ha ricostruito con meticolosità quella notte impossibile da dimenticare. La donna due barman offrirono a lei e a sua figlia un drink con la cosiddetta ‘droga dello stupro’. La 50enne venne quindi condotta nell’adiacente locale piscina dove i due abusarono di lei. Consumata la prima violenza, la donna venne portata nella stanza dove alloggiava il personale dove «ad attenderla vi era un numero imprecisato di uomini, almeno una decina, che a turno usarono violenza su di lei». La donna venne anche fotografata e ripresa dal branco con i telefonini. Poi uno del ‘branco’ l’ha riaccompagnata alla sua stanza. Rientrata in Gran Bretagna, la donna ha denunciato l’accaduto alla polizia del Kent ed è stata sottoposta ad accertamenti medico-legali, nei quali sono stati rilevati i lividi ed ecchimosi su tutto il corpo. A quel punto è stata informata la magistratura italiana attraverso il Servizio di cooperazione internazionale della polizia. Solo alcuni dei componenti del branco sono stati identificati. Alle indagini ha contribuito il sequestro di dispositivi nei quali è emersa una chat, denominata “cattive abitudini”, dove c’erano scambi di messaggi e foto della donna durante la violenza. Ma ci sono stati anche i rilievi del Dna sul corpo della vittima, la foto dei due barman scattata dalla donna con il proprio telefonino e un tatuaggio a forma di corona sul collo di uno degli autori dello stupro che era stata poi descritta dalla vittima. L’esame tossicologico sui campioni di urine e capelli della donna hanno confermato la somministrazione di droga da stupro.
La violenza subita dalla donna riporta alla memoria lo stupro subito da una turista americana nell’estate del 2015 nel bagno di una nota discoteca di Sorrento. I suoi aggressori, due ragazzi di Caserta, il giorno seguente esultarono col selfie della vergogna. Furono arrestati un mese più tardi. 

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lunedì, 14 Maggio 2018 - 11:17
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