Durante gli interrogatori di garanzia hanno scelto tutti di rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Torre Annunziata, Emma Aufiero. E tutti hanno confermato, quanto detto già due anni fa quando furono interrogati dalla polizia sorrentina, e cioè di non aver mai abusato della turista inglese che nel 2016 ha denunciato un episodio di stupro di gruppo all’interno dell’Hotel Alimuri.
I cinque dipendenti della struttura alberghiera di Meta di Sorrento, accusati di esser parte del branco che – per la procura oplontina – ha drogato e abusato della 50enne britannica, hanno ribadito la loro innocenza ieri dinanzi al gip. C’è chi come F.D.V., assistito dall’avvocato Mariorosario Romaniello, ha ammesso di aver avuto rapporti con la donna, ma consenzienti, e chi come R.M., difeso dall’avvocato Francesco Tiriolo, ha invece escluso ogni tipo di contatto sessuale. Tutti però hanno scelto di non avvalersi della facoltà di non rispondere. E tutti, tramite i loro legali, hanno già presentato istanza al tribunale del Riesame di Napoli per valutare «la compatibilità del regime carcerario» – così l’avvocato Mauro Amendola che assiste 3 dei 5 indagati. Nessuno ha invece saputo indicare la provenienza della droga che la signora inglese ha assunto. L’esame tossicologico condotto sui campioni di urine e capelli della signora ha confermato infatti l’assunzione di droga da stupro. Uno degli elementi probatori più forti inserito nel corposo fascicolo del pubblico ministero Mariangela Magariello che ha parlato di «incontrovertibili risconti a carico degli indagati». Tra cui la foto dei 2 barman scattata dalla donna, la descrizione accurata del tatuaggio sul collo di uno degli autori del – presunto – stupro, e soprattutto la chat di WhatsApp “Cattive abitudini”, in cui messaggi, foto e video, seppur in maniera non proprio chiarissima, descrivono le violenze sessuali.
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sabato, 19 Maggio 2018 - 12:54
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