Ecco i Tortora dimenticati dal sistema: mille detenuti innocenti ogni anno L’inferno dei reclusi senza giustizia

Enzo Tortora
di Andrea Terracciano

Subiscono, aspettano. Poi subiscono ancora e sperano. Fino a quando una sentenza non li riabilita e riconsegna loro una dignità sottratta indebitamente. Come un girone dell’inferno, nel quale ogni anno in Italia trovano spazio mille persone: sono i detenuti ingiustamente ospitati nelle carceri della Penisola. I ‘dimenticati’, spesso dalla stessa macchina della giustizia, da 30 anni vivono tutti idealmente nella luce emanata da colui che da «uomo perbene», come il titolo del film che gli fu dedicato, seppe diventare simbolo.
Venerdì scorso, trentennale della morte di Enzo Tortora, è diventato il giorno del comune ricordo per chi ha vissuto e vive ancora quelle pene nella speranza di poter trovare il personale riscatto, come seppe fare il conduttore tv con la storica frase «Dove eravamo rimasti». La vicenda Tortora ha lasciato in eredità un simbolo ma pochi cambiamenti nella società italiana. Dal 1992 a oggi, sono oltre 26 mila le persone arrestate ingiustamente e poi indennizzate. «Parliamo di pagamenti per oltre 700 milioni di euro» ha spiegato il deputato di Forza Italia Enrico Costa. «Errori per i quali continua a pagare solo lo Stato, non chi ha sbagliato». I numeri, sviscerati dal presidente dell’Unione delle Camere penali Beniamino Migliucci, al termine del dibattito in memoria di Enzo Tortora, sono spaventosi, anche guardando oltre i mille casi all’anno accertati di ingiusta detenzione, che sono comunque relativi visto che non tutti chiedono il risarcimento. La malagiustizia italiana passa per un numero troppo elevato di detenuti in attesa di giudizio (34%) che favorisce il buco nero creatosi negli ultimi 25 anni. Il punto di partenza è quel 1992, che ha cambiato per sempre il modo dell’opinione pubblica di guardare a tribunali e processi, complice lo scandalo Tangentopoli. Da quell’anno lo Stato italiano è stato costretto a sborsare la mostruosa somma di 650 milioni di euro per gli indennizzi da ingiusta detenzione: i casi accertati sono stati 20mila. Il ricorso frequente alla custodia cautelare viene indicato dai più tra le cause principali di questa sfilza di errori giudiziari, ma da solo non basta a spiegare un elenco di tale portata. Andando oltre la fredda contabilità restano da valutare i singoli casi e quello di Enzo Tortora in questo senso è l’emblema, soprattutto quando l’eco dell’arresto e della successiva reclusione va ben oltre un’aula giudiziaria. «Fu un vero atto di barbarie sociale» ha ricordato il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e anima ultragarantista, tra le più in vista durante la protesta pro Berlusconi davanti al tribunale di Milano. «Nulla fu lasciato al caso- Perfino il suo arresto – ricordando l’odissea di Tortora – fu una messa in scena. Addirittura i tempi apparvero perfettamente calcolati per dare l’opportunità a tutta la stampa di poterlo immortalare mentre usciva ammanettato e trasportato poi a sirene spiegate verso il carcere». Una storia che spinge la Casellati ad alzare il tiro sulla questione in un momento in cui, la prospettiva di un governo M5S-Lega, sembra contenere le forze garantiste. «Quanti Tortora ci sono nelle carceri italiane? Quante persone subiscono il torto di non potersi difendere, di non poter parlare? Quanti si scontrano di fronte a un muro di incomunicabilità che troppo spesso divide i cittadini dalle amministrazioni, dalle istituzioni, dalle ottusità delle burocrazie. A queste persone Tortora voleva dare voce». Gli ultimi dati disponibili, quelli del 2017, fanno registare un incremento dei casi di ingiustiza detenzione: ben 1013 contro i 989 dell’anno precedente spalmati su 34 milioni di euro di risarcimenti che lo Stato ha dovuto erogare. Analizzando la localizzazione dei casi è facile individuare come le inchieste sulla criminalità organizzata incidano in maniera importante in questo fenomeno. La città dove si registra il maggior numero di casi è calabrese: si tratta di Catanzaro con 158 segnalazioni. Segue Roma con 137 e poi Napoli con 113. Il capoluogo campano è da sei anni consecutivi sul podio di questa classifica dove trova spazio tra le prime dieci, oltre alla Capitale, soltanto un’altra metropoli: Milano. Dei 36 milioni di euro sborsati dallo Stato per risarcire le persone detenute ingiustamente ben 2 milioni e 870mil euro sono finiti sui conti correnti di napoletani reduci da storie di malagiustizia. Vicende che si fa spesso fatica anche a raccontare. Fino a quando non ci incappa un uomo perbene (e famoso). Un uomo come Enzo Tortora.

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domenica, 20 Maggio 2018 - 12:18
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