Napoli, pestaggi nella ‘Cella zero’: ancora un (lungo) rinvio, processo fermo Rabbia degli ex detenuti e dei familiari


Ancora un rinvio. Ancora un nulla di fatto. Con la rabbia che monta all’esterno del palazzo di Giustizia dove ex detenuti e familiari di detenuti hanno manifestato in maniera pacifica con un sit-in. Il processo sulla cosiddetta ‘Cella zero’ di Poggioreale non vuole partire. Stamattina ci si aspettava la comunicazione del nuovo giudice che avrebbe dovuto sostituire il giudice monocratico Lucio Galeota al quale era stato assegnato il fascicolo e che già nell’udienza del 10 maggio aveva dato comunicazione del suo addio. Invece il nuovo giudice non è stato ancora individuato. Se ne parlerà il 22 novembre, giorno in cui è slittato il processo con il rischio prescrizione che incombe. Sul banco degli imputati ci sono dodici agenti della Polizia Penitenziaria che all’epoca dei fatti erano in servizio nella casa circondariale partenopea: tutti sono accusati di abuso di autorità; quattro devono rispondere anche di lesioni e di sequestro di persona; una è accusata anche di maltrattamenti. Al centro del processo gli abusi di poteri, i maltrattamenti avvenuti nella ‘cella zero’, una stanza priva di numerazione al piano terra del carcere di Poggioreale. Stanza dell’orrore, secondo le denunce di alcuni detenuti che coi loro racconti hanno dato la stura all’inchiesta; scenario della maggior parte dei reati che, tra il 2013 e il 2014, si sarebbero consumati all’interno dell’affollato penitenziario napoletano: schiaffi, pugni e, addirittura, colpi alla testa inferti con un mazzo di chiavi.

giovedì, 31 Maggio 2018 - 11:27
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