Mattarella spacca anche i magistrati
Anm solidarizza col Colle, Mi si infuria

di Manuela Galletta

Che il veto di Sergio Mattarella al nome di Carlo Savona come ministro dell’Economia avrebbe spaccato il Paese, accendendo finanche la miccia di proteste di piazza – come accaduto martedì sera a Napoli con l’invasione in strada dei Cinquestelle -, nessuno l’avrebbe mai immaginato. Ma se la reazione muscolare del popolo grillino, che resta compatto al fianco del suo leader Luigi Di Maio nonostante l’evidente contraddittoria e confusa strategia (l’alleanza di Governo con la Lega sempre  rifiutata; la riapertura a Mattarella dopo i proclami di chiedere l’impeachment), non desta in fondo grande sorpresa, ciò che invece fa inarcare il sopracciglio è lo ‘scontro’ che si è aperto all’interno dell’Associazione nazionale magistrati sull’operato del Capo dello Stato. Sì, uno scontro. Che si è consumato a colpi di comunicati stampa e che è passato sotto traccia per via dell’urgenza del dibattito politico seguito al veto, dei segnali preoccupanti che arrivano dai mercati e dall’impasse in cui il Paese si è ficcato.
La ‘divisione’ dialettica, che riflette le posizioni diverse di alcune delle ‘correnti’ che animano l’Associazione nazionale magistrati, l’ha portata alla luce la nota a firma dell’Anm, oggi guidata – dopo l’ultimo turnover – dal pubblico ministero Francesco Minisci, espressione di ‘Unicost’, la corrente di maggioranza dei magistrati e più ‘centrista’.  «Nella complessità degli ultimi mesi del panorama politico, con le conseguenti ricadute sulla efficienza del sistema giudiziario che vive diverse emergenze, ribadisce la massima fiducia nel ruolo di garante della Costituzione che la stessa assegna al Capo dello Stato, nella certezza che la sua saggezza istituzionale condurrà all’espletamento dei passaggi democratici che la Carta Costituzionale prevede nell’interesse e nel rispetto di tutte le Istituzioni, del Paese e di tutti i cittadini», recitava la nota diramata martedì. Pochi minuti dopo il comunicato di ‘Unicost’, che ribadiva «la piena fiducia nell’operato della più alta Magistratura del Paese che è garante degli equilibri fra i poteri dello Stato fissati nella Costituzione» e sottolineava di «riconoscersi nel comunicato dell’Anm». E’ a questo punto che le divisioni correntizie vengono fuori. Magistratura indipendente, l’anima più moderata e spostata verso destra, prende carta e penna e si stacca dal coro, finendo col puntare l’indice, senza troppi giri di parole, contro l’Anm per essere entrata nel dibattito politico. «Fermo restando il massimo rispetto per il Presidente della Repubblica, garante della Costituzione e per il Parlamento, espressione della volontà popolare, M.I. manifesta la propria contrarietà a documenti di qualsiasi tipo sull’attuale situazione politica e su quanto avvenuto perché, al di là del merito che potrà essere oggetto di valutazione nelle competenti sedi politiche e al di là delle intenzioni, qualsiasi comunicato rischia di far assumere all’Anm un improprio ruolo di soggetto politico e ciò rischia di aggravare l’inedita crisi politico-istituzionale», scrivono giudici e pm di Magistratura indipendente. Che insiste: «Riteniamo che ciascun magistrato, quale cittadino, possa autonomamente esprimere valutazioni e manifestazioni di solidarietà o di contrarietà, senza che, per suo conto, lo faccia l’Associazione che li rappresenta tutti. Peraltro anche i costituzionalisti appaiono divisi nella valutazione di quanto avvenuto. Spiace constatare che l’Anm si muova sempre nel senso auspicato dal gruppo associativo denominato ‘Area’». Parole chiare. Di disappunto, ma soprattutto di sofferenza per i rapporti di forza che si sono venuti a creare all’interno dell’Anm con la guida della presidenza toccata – in ragione di un turnover stabilito all’unanimità due anni – a Unicost. ‘Area’, il cartello progressista che tiene insieme Md e Movimento per la giustizia, è attualmente la seconda ‘corrente’ in termini di ‘gradimento’ ma è anche quella che, alle ultime elezioni del marzo 2016, ha perso il maggior pacchetto di voti rispetto al voto del 2012. Ma ‘Area’ è anche la corrente che in questo scenario di convivenza a tre – dopo l’uscita di scena volontaria di ‘Autonomia e Indipendenza’ di Piercamillo Davigo – ha deciso di non muoversi isolata, riuscendo a cucire un’intesa con ‘Unicost’. Resta così da sola Magistratura indipendente, che soffre l’inferiorità numerica. E il risultato è lo scontro interno all’Anm, passato sotto traccia, sul veto di Mattarella a Carlo Savona che ha reso ancora più confuso e precario il quadro della formazione di un Governo che dal 4 marzo non riesce a vedere la luce.

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giovedì, 31 Maggio 2018 - 22:03
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