Negli anni ’90 e 2000 si sono fatti la guerra. Di camorra. Lasciandosi dietro una lunga scia di sangue. Negli ultimi anni, invece, in nome degli affari e dei soldi, hanno riposto l’ascia di guerra e sono arrivati a dividersi i proventi dello spaccio delle sostanze stupefacenti. E’ quanto accaduto ai clan Belforte e Piccolo-Letizia di Marcianise. Ed è proprio su questa stagione di unità di intenti criminali che la Dda di Napoli ha acceso i suoi riflettori, arrivando a ottenere l’arresto di alcuni dei protagonisti di questa fase storica. Questa mattina i carabinieri della Compagnia di Marcianise ha eseguito una misura cautelare con 40 indagati, di cui 16 sono ora in carcere, 15 ai domiciliari e 9 hanno obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Gli indagati devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope con le aggravante dell’utilizzo del metodo mafioso, dell’impiego della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo dei clan Belforte e Piccolo-Letizia. L’indagine, denominata “Unrra Casas” dal nome delle palazzine situate a Marcianise che insieme al Parco Primavera erano la base dello spaccio e dove venivano controllate le entrate e le uscite, è iniziata nel 2014 e finita nel 2015. Lo spaccio avveniva principalmente nei comuni di Marcianise, Capodrise e Maddaloni. Un ‘commercio’ in condizioni di monopolio dato che il gruppo faceva leva sull’omertà e sulla paura nei confronti di entrambi i clan. Tra l’altro, durante l’indagine, è stato arrestato anche Aniello Bruno, latitante di spicco dei Belforte al vertice dell’organizzazione criminale. Nel 2015, invece, sempre durante le indagini, fu arrestato in Albania uno degli indagati, per l’omicidio di un trafficante di droga albanese. Sequestrati circa 6 chili di sostanza stupefacente del tipo marijuana, hashish e cocaina.
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lunedì, 4 Giugno 2018 - 08:56
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