Il branco di baby stupratori resta in carcere. Il tribunale del Riesame di Napoli non ha concesso ai 3 minorenni di Castellammare di Stabia, accusati di stupro di gruppo – ai danni di una 13enne di Gragnano -, una misura alternativa al carcere minorile.
La richiesta di scarcerazione
I giudici del tribunale della Libertà non hanno accolto l’istanza di scarcerazione presentata dagli avvocati Antonio Di Martino e Gennaro Somma che attendono di conoscere le motivazioni del verdetto per poter valutare l’ipotesi del ricorso per Cassazione. Il «comportamento positivo mostrato dagli indagati, la loro giovane età e incensuratezza» – elementi su cui avevano puntato i due legali – non hanno portato al risultato sperato, al trasferimento dei baby orchi in una comunità.
Gli indizi di colpevolezza
Pesano molto probabilmente come macigni i gravi indizi di colpevolezza raccolti dal pubblico ministero Fabrizia Pavani: non solo la denuncia della ragazzina, ritenuta «attendibile e priva di qualsiasi intento calunniatorio», ma anche i racconti di due amiche della vittima. E poi ci sono i 4 filmati che riprendono gli stupri e altri episodi di violenze. «Atti di bullismo» e aggressioni che fanno presagire «ipotesi di reiterazione del reato». Indizi di colpevolezza gravi e forti che probabilmente hanno spinto i baby orchi ad ammettere le loro colpe quando, in sede di convalida del fermo, confessarono al giudice per le indagini preliminari del tribunale dei Minori, di aver stuprato più volte – da febbraio a marzo 2018 – la ragazzina 13enne. E di aver impresso in video e foto le immagini di quelle violenze.
La vicinanza al clan D’Alessandro
Dei 4 indagati per lo stupro di gruppo, soltanto uno risulta essere a piede libero, colui che, secondo la denuncia della giovane vittima, appena 13enne, avrebbe solo partecipato da spettatore ad un solo episodio. Gli altri 3 sono ristretti invece in via cautelare nel centro di prima accoglienza dei Colli Aminei. Tra questi anche il 14enne, «parente di un elemento di spicco dei D’Alessandro» – come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare dello scorso 4 giugno. Proprio la vicinanza alla cosca egemone sul territorio stabiese spinse il gip, la settimana scorsa, a convalidare il fermo e la misura cautelare per i 3 presunti stupratori, poco più che 14enni.
giovedì, 14 Giugno 2018 - 08:34
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