Aquarius, il giallo dei dispersi in mare De Magistris minaccia di denunciare Sondaggi: italiani favorevoli al blocco

Matteo Salvini (foto Kontrolab)

L’arrivo in Spagna, a Valencia, dovrebbe avvenire domenica. Per l’Aquarius e i migranti a bordo quello di oggi è il quinto giorno. Il quinto giorno di una navigazione sofferta e negli ultimi due giorni particolarmente problematica a causa del mare agitato. Il quinto giorno di una navigazione che ha messo l’Italia contro la Francia, e che ha sollevato polemiche ancora oggi più vive che mai.
L’Aquarius è gestita dalla ‘Sos Mediterranee’, una Ong. Una di quelle organizzazioni (non governative) che soccorre in mare i migranti. E proprio alle Ong il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha dichiarato guerra. Convinto che, tra quanti realmente fanno volontario, c’è anche chi invece fa affari sulla pelle da chi scappa dalla propria terra d’origine. Ecco perché quando l’Aquarius, che trasportava 629 migranti, ha chiesto all’Italia di poter raggiungere la Sicilia, Matteo Salvini ha sfruttato l’occasione per imporre la sua linea politica, che è poi la linea della campagna elettorale nonché quella trasmigrata nel famoso contratto di Governo tra Lega e Cinque Stelle. Porti chiusi per l’Aquarius, è stata la decisione. Ma assistenza garantita. E Matteo Salvini è rimasto fermo sulle sue posizioni nonostante in Italia, e fuori dall’Italia, si sia scatenata una bufera di polemiche e di critiche. Dalla sinistra e dal Pd, nonché dalle associazioni di volontariato, si è levata alta l’accusa di mancanza di umanità. I sindaci di diverse città portuali, Luigi de Magistris, hanno immediatamente dichiarato la loro disponibilità ad accogliere l’Aquarius, con tanto di caso Nogarin a Livorno che prima ha postato su Fb la volontà di accogliere i migranti e poi in tutta fretta ha cancellato il messaggio. Nogerin è espressione del Movimento Cinque Stelle. Il che la dice lunga anche sulla posizione dell’ala più di sinistra di grillini sulla scelta di Matteo Salvini. Fatto sta che il ministro dell’Interno non ha fatto un solo passo indietro, fino a quando la Spagna non si è fatta avanti aprendo all’Aquarius il porto di Valencia. Nel mezzo la ‘crisi’ con la Francia, perché Macron s’è lanciato in pesanti critiche (ha parlato di «cinismo e irresponsabilità») contro l’Italia per la chiusura dei porti dimenticando la vergogna di Ventimiglia e di Bardonecchia, e i porti francesi ostentatamente sigillati. Il premier Giuseppe Conte, all’indomani di quelle dichiarazioni, ha pure minacciato di far saltare la visita con Macron, pretendendo le scuse. L’Aquarius intanto resta ancora in mare aperto. Sospesa nel limbo di acque agitate. E la preoccupazione sale anche tra gli esponenti politici del Governo: se dovesse accadere una disgrazia a bordo dell’imbarcazione, il consenso che in queste ore Matteo Salvini sta incassando potrebbe rovesciarsi. Non a caso il Governo ha smentito in tutta fretta – ma il giallo resta – il tweet di Medici senza frontiere secondo il quale «due giovani uomini risultano dispersi e si presume siano annegati nel Mediterraneo dopo il salvataggio dell’Aquarius». Da Napoli tuona subito Luigi de Magistris: «Se qualcuno su quella nave dovesse morire, saro’ il primo a presentare un esposto per crimini contro l’umanità. Quando si vedono immagini di donne, bambini, persone che potrebbero morire accogliere non è un fatto politico ma è una questione di umanità».
Dalla Spagna, quella tanto celebrata per la sua umanità, arrivano intanto segnali di non apertura incondizionata ai migranti. La portavoce del governo di Madrid, Isabel Celaa, ha precisato che il Paese «non esclude nulla» quando un giornalista ha domandato se Madrid escluda di rimandare i profughi nelle loro nazioni d’origine. Ogni persona in arrivo, ha affermato Celaa, «saprà se ha status di rifugiato, se è migrante economico, e anche, naturalmente, se è colpevole di certi reati che lo rendano suscettibile di espulsione». L’Aquarius naviga dunque nell’incertezza. Sospesa ancora tra le polemiche e l’indignazione che è montata come uno tsunami dal mondo dei social. Indignazione però, che a vedere un recentissimo sondaggio di Swg realizzato nei giorni scorsi, sembra essere bilanciata da una posizione della popolazione più schiacciata a favore della linea di Matteo Salvini. Il 64% degli intervistati ha detto di essere d’accordo con l’ipotesi di un blocco navale per fermare o ridurre il flusso di migranti in arrivo in Italia. Un anno fa i favorevoli erano il 59%. E tra i ‘sì’ di oggi, il 33% sono elettori del Pd, uno su tre. Percentuali ‘bulgare’ per chi vota Lega (93%), Forza Italia (86%) e 5 Stelle a quota 75%.

venerdì, 15 Giugno 2018 - 19:04
© RIPRODUZIONE RISERVATA