«Ztl Lo Russo». Tre parole che campeggiano sul muro di una palazzina sita in una delle zone di Miano controllate dai ‘capitoni’. La stessa zona in cui i carabinieri della compagnia del Vomero hanno sequestrato un arsenale di armi ‘custodito’ all’interno di una macchina.
E’ anche così che la camorra marca il suo territorio e definisce i perimetri del suo raggio d’azione. E a Miano distinguere le aree a seconda dei clan diventa oggi più necessario di prima a causa della spaccatura interna che i Lo Russo sono stati chiamati a fronteggiare. A causa dei numerosissimi malavitosi dello storico clan passati a collaborare con la giustizia (peraltro quasi tutto un tempo ai vertici del sodalizio), alcuni affiliati ‘storici’ della cosca hanno deciso di distaccarsi dal nucleo che ancora oggi tiene in vita, criminalmente parlando, il nome dei Lo Russo. E si tratta di affiliati ‘ribelli’ che continuano ad abitare nelle zone dove sempre hanno vissuto. Ecco, allora, che quelle scritte «Zlt Lo Russo» diventano un segnale di appartenenza. Un segnale che fa riflettere sulla prepotenza e l’arroganza dei clan, e sull’assenza di uno Stato che sino ad oggi, sino all’arrivo dei carabinieri del Vomero, non s’è mai accorto di quella scritta e non ha mai provveduto a rimuoverla.
sabato, 23 Giugno 2018 - 19:24
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