Un ministro in silenzio e i detenuti che continuano a colpire. Tra il neo guardasigilli Alfonso Bonafede e il mondo sindacale che rappresenta la polizia penitenziaria qualcosa si è già rotto. Dopo l’allarme, i dossier inviati e le richieste d’aiuto, è arrivato il momento del primo attacco frontale: a sferrarlo è il sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria che da tempo sta chiedendo al ministro della Giustizia, un incontro per discutere dei problemi delle carceri italiane. Il Sappe lamenta, infatti, la mancata convocazione di un vertice da quando il guardasigilli si è insediato in via Arenula. Per l’organizzazione sindacale la questione non è più procrastinabile anche alla luce degli ultimi gravi episodi registrati, dagli agenti sequestrati ad Ariano Irpino al poliziotto ferito con olio bollente a Sulmona. Tali situazioni sono la spia di un’emergenza che dovrebbe essere, per il Sappe, al primo punto dell’agenda ministeriale. Un’emergenza trasversale che da Sud tocca il Nord, come dimostrato sabato sera quando un detenuto straniero ha ferito un poliziotto nel carcere di Cremona. L’episodio è stato raccontato da Alfonso Greco, segretario lombardo del Sindacato autonomo polizia Penitenziaria. «Un detenuto nordafricano che si trovava in infermeria, ha dato improvvisamente e senza alcuna ragione un pugno in testa al poliziotto di sezione», denuncia Greco che spiega che «ormai è un bollettino di guerra e le vittime sono sempre le stesse: donne e uomini in divisa della Polizia Penitenziaria. Occorrono interventi immediati e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto, del quale beneficiava il detenuto che ha aggredito il nostro collega». La mancata risposta alla violenza nei penitenziari non è però l’unico tratto dell’avvio di Bonafede a preoccupare il Sappe. Il sindacato della Polizia Penitenziaria manifesta anche il proprio disappunto per alcune indiscrezioni circolate in merito alla conferma nell’incarico di vice capo dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del magistrato Marco Del Gaudio. «Un clamoroso passo indietro rispetto all’annunciata volontà di rinnovamento nella politiche dell’esecuzione penale esterna» ha dichiarato il segretario generale del Sappe Donato Capece. «Qui siamo a livelli di Prima Repubblica democristiana».
martedì, 26 Giugno 2018 - 17:22
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