Cisterne Isecold a Torre Annunziata, clima incandescente alla protesta: Ascione si difende, il corteo lo contesta


Non tantissime persone, lo hanno ammesso anche gli organizzatori, quelle che hanno partecipato alla protesta contro la realizzazione delle nuove cisterne della Isecold a Torre Annunziata.
Ma una cosa è certa: mercoledì pomeriggio quel corteo frutto di una resistenza spontanea che ha attraversato il comune oplontino fermandosi a pochi metri dal porto ha fatto assai rumore. E’ stata la prima vera mobilitazione in una città che sembra quasi rassegnata, che sembra immobile e incapace di pretendere riscatto e sviluppo.  In strada sono scesi t
anti giovani, persone comuni, anziani e qualche bambino, associazioni e comitati. Oltre a loro anche il sindaco Vincenzo Ascione, verso il quale il corteo ha indirizzato la sua rabbia gridandogli in qualche occasione la parola «Dimettiti».

Il corteo, organizzato dal Comitato Salera, ha iniziato il suo percorso alle 19 dal piazzale antistante lo stadio Giraud e, con striscioni, fumogeni e fischietti ha invaso le strade principali. La prima tappa davanti la sede del ex municipio oplontino. Qui si è levata alta la voce dei manifestanti che hanno espresso il proprio disappunto verso l’amministrazione comunale attuale e quelle passate, chiedendo il sequestro del cantiere, denunciando l’inquinamento e ribadendo il no alle cisterne, agli idrocarburi e al petrolio. Poi il corteo è proseguito in direzione sud, spingendosi nel centro storico per fermarsi qualche minuto davanti alle rovine di palazzi crollati: «Questo è il luogo simbolo della città – ha affermato un portavoce – il centro storico della città che non ha più motivo di esistere. Torre Annunziata era in agonia, ora è morta. La lotta alle cisterne non è legata solo al contesto dell’area della Salera. Deve essere una lotta a tutte le negatività. Tutti i centri storici vivono e fanno vivere centinaia di famiglie. A Torre Annunziata abbiamo solo dato la colpa alla camorra ma non alle cattive amministrazioni». Poi la folla ha concluso il suo cammino davanti alle cisterne già presenti ma anche al cantiere di quelle in costruzione. Ed è a questo punto che la tensione è salita, con un intervento rabbioso nei confronti del sindaco Vincenzo Ascione presente nel piazzale: «Noi qua in mezzo non li vogliamo. Basta. Vogliamo i cittadini che governino la loro città. Basta con questi politici».  Un cittadino ha preso la parola per gridare il suo disappunto e per denunciare: «Qui si muore di amianto e di idrocarburi, siamo stanchi di subire». Poi ha preso la parola la portavoce del Comitato Salera, Pina Valente: «Questa è stata la seconda manifestazione che abbiamo organizzato, noi non ci fermeremo. Prossima mossa bloccare il cantiere. Basta con questi veleni, adesso faremo i fatti».  Alla fine ha detto la sua anche Vincenzo Ascione: «Per una questione di correttezza io non volevo parlare perché questa è una manifestazione voluta dal comitato, è una manifestazione di protesta contro le cisterne ed è chiaro che il sindaco è vicino ai propri cittadini. Tutto quello che io posso fare l’ho già messo in atto. Non c’è stato nessun atto politico che ha deciso di fare l’ampliamento di questi serbatoi. Tutto è stato fatto perché le norme lo consentono. Voi sapete meglio di me che un’istituzione deve rispettare le altre istituzioni. Da cittadino sono al vostro fianco. Tutto ciò che possiamo fare lo stiamo facendo. Abbiamo scritto a chi di dovere. Speriamo ci venga incontro». I toni si sono surriscaldati. Ed è cominciato un serrato botta e risposta tra Orfeo Mazzella, attivista del Movimento Cinque Stelle, e Vincenzo Ascione. «Io voglio parlare a tutti quanti ma soprattutto al sindaco di questa città, Vincenzo Ascione, che nel 2014 sedeva nella commissione lavori pubblici e quindi non può tirarsi fuori, poiché è stato anche assessore», ha affermato Mazzella. A queste parole è intervenuto Ascione che ha chiesto di essere denunciato. «Va bene lo denuncerò – ha replicato Mazzella – denuncerò tutte le persone che si sono comportate illegalmente riguardo questa situazione, purtroppo il sindaco ha detto delle bugie. Quando siamo andati il 28 dicembre 2017 in consiglio comunale il sindaco ha detto che stava tutto a posto e l’assessore Ammendola ha rilasciato un documento nel quale si evinceva che c’erano solo lievi traccie di berillio. In contraddittorio con l’Arpac siamo andati in commissione ambiente, e c’è qui una consigliera regionale, Flora Beneduce, che lo può testimoniare, l’Arpac ha detto che questo terreno è inquinato. Questa è la prima bugia che è stata detta in consiglio comunale. Oggi è troppo comodo dire “siamo contro le cisterne” quando tutto è stato fatto. Una delle cause per cui si è avuta la costruzione di queste cisterne dipende esclusivamente dall’inerzia di questa amministrazione e di quella precedente. Poi ci sono altri atti e altre illegalità da considerare. Questa terra ha dei vincoli. In questo porto, secondo noi, non si poteva edificare, mentre si è rilasciato un permesso di edificazione illegittimo e abbiamo depositato un atto alla Procura della Repubblica. Abbiamo esposto i fatti e saranno i magistrati a decidere. Quindi, il sindaco non ci venga a dire che dobbiamo cercare delle falle burocratiche negli atti amministrativi, le cerchi lui queste falle, non noi cittadini. Il comitato civico Salera ha chiesto queste carte, sono passati 30 giorni, la nostra richiesta al Comune è scaduta. Le carte, i disegni tecnici non ci sono stati ancora consegnati. Quindi se il Sindaco aveva deciso di venire a questa manifestazione, avrebbe potuto portarci i progetti esecutivi, invece non ha portato niente. Andremo noi dai ministri. Noi vogliamo che le cisterne vengano rimosse». Quindi il sindaco Ascione è nuovamente intervenuto: «Quando sarai sindaco ti auguro di fare tutto quello che vuoi» ed accenna ad andarsene. «Il sindaco se ne può anche andare perchè questa è una manifestazione di cittadini», ha sottolineato Mazzella ma Ascione ha subito replicato «Tu non puoi impedire a nessuno di stare qua. Io sono un cittadino come te». Mazzella: «Sindaco, tu te ne puoi andare perché te ne stai andando tu».
A queste parole dal corteo si sono levate urla di contestazione ai danni di Ascione che alla fine è stato costretto ad allontanarsi, mentre dal 
palco improvvisato Pina Valente ha concluso la serata di protesta assicurando che: «Aspetteremo i fatti. Prima di aspettare, però, bloccheremo il cantiere per impedire la conclusione dell’opera in tempi rapidi». A chiusura della manifestazione, un cittadino ha sottolineato la necessità di non politicizzare la manifestazione ma di portare avanti la protesta indipendentemente dallo schieramento politico e di stare in mezzo alla gente ad ascoltare le esigenze del quartiere.

—->>> Sulla nostra pagina Facebook i video delle dirette del corteo di mercoledì 27 giugno a Torre Annunziata. 

giovedì, 28 Giugno 2018 - 14:40
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