Per dare ai valori a quei prodotti, e contestualmente per giustificare il prezzo più alto, venivano apposte false indicazioni sulla denominazione di origine. E così un ‘banale’ caciocavallo o una normale mozzarella veniva presentata sui ‘banconi’ come ‘Dop’ (acronomino di denominazione di origine controllata), un marchio di tutela giuridica della denominazione che viene attribuito dall’Unione europea agli alimenti le cui peculiari caratteristiche qualitative dipendono essenzialmente o esclusivamente dal territorio in cui sono stati prodotti.
A Napoli e in provincia, ma anche in altri parti d’Italia, sono state sequestrate complessivamente undici tonnellate di prodotti alimentari “falso Dop”, tra alcool, vino, caffè, pasta, grano biologico e alimenti caseari. E’ il bilancio delle verifiche condotte dai Carabinieri dei reparti tutela agroalimentare di Parma, Roma e Salerno in molteplici aziende della filiera. I militari hanno riscontrato violazioni amministrative e contestato sanzioni per oltre 11mila euro. Nelle province di Napoli e Salerno sequestrate 100 chili di mozzarella e caciocavallo Dop, 50 chili di prodotti congelati vari, 200 chili di patate e oltre 1.200 chili di caffè verde, tutti carenti degli elementi utili per l’individuazione della provenienza. Una persona è stata denunciata per commercio di sostanze alimentari nocive e 2.000 litri di alcool non idoneo al consumo umano sono statai ritirati. Sempre in provincia di Napoli, i militari del Reta di Salerno con il concorso investigativo del Reta di Parma e del personale del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop hanno ritirato 369 chili di cagliata di latte vaccino per mancanza di elementi utili attestanti la provenienza della materia prima. Nelle province di Caserta ed Avellino, i militari hanno segnalato all’autorità garante alcuni caseifici che effettuavano pubblicità ingannevole, utilizzando illecitamente loghi e denominazioni d’origine, ed hanno sequestrato 6.000 chili di pasta destinata ad uso zootecnico per l’assenza delle prescrizioni obbligatorie in etichettatura e 70 litri di vino bianco per mancanza di rintracciabilità. Mentre in provincia di Salerno è stato sequestrato un impianto di torrefazione del valore di 500.000 euro circa e denunciata una persona per esercizio abusivo dell’attività in assenza di autorizzazione alle emissioni in atmosfera e gestione illecita di rifiuti. Infine in provincia di Terni sono stati sequestrati 125 chili di grano tenero e integrale ‘bio’, in realtà non certificato come tale.
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giovedì, 28 Giugno 2018 - 13:30
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