Scampia, imponevano l’acquisto delle luminarie: condannati due uomini ritenuti vicini agli Abete-Abbinante-Notturno

Tribunale Giustizia
di Dario Striano

Tredici anni e 4 mesi di galera complessivi per gli estorsori di Scampia. Una stangata, nonostante lo sconto della pena previsto dal rito abbreviato con il quale i due imputati hanno scelto di essere giudicati.
Lunedì mattina Gennaro Benvenuto e Guido Esposito, detenuti nel carcere di Secondigliano e considerati dagli inquirenti vicini al cartello ‘Abete-Abbinante-Notturno’, sono stati condannati a 6 anni e 8 mesi di galera ciascuno dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli, Linda Comella, che, accogliendo alle richieste di pena avanzate dal pubblico ministero, li ha riconosciuti colpevoli del reato di estorsione aggravata dall’articolo sette della legge antimafia del 1991 avvalendosi di metodologie tipiche di un’organizzazione malavitosa.  I due – secondo l’accusa – nel 2015 avrebbero imposto ai commercianti di Scampia non solo «l’acquisto delle luminarie natalizie» ma anche quello di «materiale per il confezionamento degli alimentari». Il tutto «ad un prezzo maggiorato rispetto a quello di mercato». Il ricavato della vendita sarebbe, poi, servito per «dare una mano ai fratelli carcerati». «Mediante violenze e minacce – ha spiegato il pubblico ministero – costringevano i titolari dei negozi all’acquisto del materiale. Ai commercianti dicevano che erano gli unici a poter vendere i prodotti nel rione Monterosa». Determinanti per le indagini e per le condanne del 22enne Benvenuto e del 31enne Esposito sono state le denunce degli esercenti di Scampia, costituitisi parte civile nel procedimento penale assieme alla “Federazione antiracket italiana Porta Capuana” che ha espresso soddisfazione per la sentenza emessa dal gip partenopeo. «Quello di Scampia è un territorio delicato e particolarmente esposto ai fenomeni estorsivi – ha dichiarato Ulderico Carraturo, presidente della Fai di porta Capuana – Le condanne e la costituzione di parte civile dell’associazione antiracket sono un segnale importante per i commercianti che iniziano a ribellarsi ai soprusi che si verificano in zona. La sentenza è utile anche per far comprendere che si può uscire dal tunnel del racket grazie agli strumenti messi a disposizione dallo Stato». Si è aperto ieri mattina, invece, il dibattimento – dinanzi alla III sezione penale del tribunale di Napoli – che riguarda Vincenzo De Luca e Michele Gaudino, rispettivamente di 25 e 44 anni, arrestati insieme ai condannati nel 2017.

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mercoledì, 4 Luglio 2018 - 11:40
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