Guida alle Università, impietosa classifica del Censis: «E’ disastro napoletano» Federico II ultima tra i ‘mega’ atenei

Federico II
L'Università Federico II
di Danio Gaeta

Anche quest’anno il Censis ha preparato le classifiche delle università italiane e divenute ormai un appuntamento imperdibile a supporto dell’orientamento di migliaia di studenti pronti a intraprendere la carriera universitaria. Non a caso il report degli esperti del Censis arriva subito dopo la chiusura degli esami di maturità (almeno quelli scritti). Si tratta di un’articolata analisi del sistema universitario italiano attraverso la valutazione degli atenei (statali e non statali, divisi in categorie omogenee per dimensione: mega, grandi, medi, piccoli e politecnici) relativamente alle strutture disponibili, ai servizi erogati, al livello di internazionalizzazione e alla capacità di comunicazione 2.0. A questa classifica si aggiunge il ranking dei raggruppamenti di classi di laurea triennali, dei corsi a ciclo unico e, per la prima volta quest’anno, delle lauree magistrali biennali rispetto alle dimensioni della progressione di carriera e del grado di internazionalizzazione. Complessivamente si tratta di 63 classifiche, che possono aiutare i giovani e le loro famiglie a individuare con consapevolezza il percorso di formazione migliore.
In queste classifiche speciali fatte dal Censis le università napoletane e più generale quelle campane hanno raggiunto punteggi bassi. Ultima la Federico II nella categoria dei mega atenei con oltre 40mila iscritti. Ultima e penultima rispettivamente l’Orientale e la Parthenope tra i medi atenei. Tra i grandi atenei, l’università Campania Vanvitelli di Caserta e quella di Fisciano-Salerno si posizione nelle ultime posizioni. Una debacle.
Tra i mega atenei statali mantiene la prima posizione in graduatoria l’università di Bologna, con un punteggio complessivo pari a 91,2. Segue, come l’anno precedente, Firenze (86) a pari merito con Padova (che rispetto al 2017 guadagna una posizione, acquisendo, tra l’altro, 4 punti nella comunicazione e nei servizi digitali) e con La Sapienza di Roma (che sale di due posizioni, accrescendo di 4 punti l’indicatore sulle strutture per gli studenti). Al pari dello scorso anno, come detto, è ultima in classifica la Federico II, preceduta in penultima posizione da Catania. L’università statale di Milano, infine, si conferma terzultima. Dai mega atenei il Censis dedica una classifica ai grandi (quelli che hanno da 20.000 a 40.000 iscritti): al primo posto continua a guidare la classifica l’universita’ di Perugia, tendenzialmente stabile rispetto lo scorso anno nei punteggi dei singoli indicatori, salvo una contrazione di 5 punti nelle strutture per gli studenti, totalizzando così un punteggio complessivo pari a 93,8. Con 92 scala la graduatoria di tre posizioni l’Università della Calabria, collocandosi al secondo posto, grazie all’apprezzabile incremento di 22 punti per borse di studio e altri interventi in favore degli studenti e di 12 punti per la comunicazione e i servizi digitali. Conferma la terza posizione – sempre per i grandi atenei – l’università di Parma con un punteggio pari a 90,6. Scivola al quarto posto, perdendo due posizioni in un anno, Pavia, con un punteggio complessivo di 87,8. New entry tra i grandi atenei statali è Palermo, non più classificabile come mega ateneo a seguito della contrazione del numero di iscritti, occupando la settima pozione, preceduta da Modena e Reggio Emilia (sesta posizione con 84,8 punti) e da Cagliari (quinta posizione con 87,4 punti). L’università di Siena, come lo scorso anno, è  in testa alla graduatoria dei medi atenei statali (da 10.000 a 20.000 iscritti), con un punteggio totale di 99. Guadagna la seconda posizione Sassari, con un punteggio di 98, sorpassando Trento (96,8). Quest’ultima guadagna punti per borse e altri interventi in favore degli studenti e internazionalizzazione, ma retrocede per gli altri indicatori. Stabile al quarto posto è Trieste (91), seguita dall’università Politecnica delle Marche (88,4). Le classifiche del Censis proseguono, inoltre, con i piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti), dove primeggia nuovamente Camerino, con un punteggio complessivo di 91,4, cui segue Foggia, che totalizza 87,6 punti e sale di due posizioni, occupando quello che lo scorso anno era il gradino di Teramo, retrocessa al quarto posto e penalizzata in particolare dalla perdita di 18 punti nelle strutture per gli studenti.

giovedì, 5 Luglio 2018 - 08:57
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