Spiaggia che vai, divieto che trovi: le ‘curiose’ misure contro le cattive abitudini nelle località balneari italiane

Uno dei gioielli delle nostre località balneari (foto Kontrolab)
di Dario Striano

Spiaggia che vai, divieto che trovi. Dal divieto di fumo, a quello di massaggi, fino alle sanzioni per l’abbandono degli ombrelloni sulla spiaggia: vi sono norme che è bene conoscere prima di mettersi in viaggio lungo lo ‘Stivale’ per le vacanze estive  se non si vuole incorrere nel rischio di essere multati. I sindaci dei comuni con alta affluenza turistica sono ‘costretti’, infatti, ogni anno a regolamentare con norme e disposizioni, spesso discusse, l’accesso alle spiagge e il comportamento dei bagnati. Uno dei casi più noti è a Stintino, in Sardegna, dove il primo cittadino ha varato un regolamento in 8 punti per salvare ‘La Pelosa’, una delle spiagge più belle del Mediterraneo. L’ordinanza, che ricalca i provvedimenti anticipati a febbraio, prevede persino l’utilizzo di asciugamani solo se posati su stuoie in grado di tutelare la sabbia, nonché l’obbligo per i turisti di sciacquarsi i piedi nelle apposite postazioni, per evitare l’asportazione della sabbia. Per i trasgressori sono previste sanzioni da 25 fino a 3mila euro a seconda delle norme violate. Vietato categoricamente, poi, l’uso di saponi o detergenti, così come è tassativamente proibito fumare in spiaggia. Un provvedimento, quest’ultimo, ripreso anche a Savona, nello stabilimento di Sant’Antonio delle Fornaci. Oltre a fare danni enormi alla salute, le sigarette, infatti, costituiscono anche un pericolo per l’ambiente, in quanto rifiuti tossici a tutti gli effetti, contenenti sostanze cancerogene. I mozziconi, poi, rappresentano il rifiuto singolo più abbondante sulla Terra e anche tra i più complicati da smaltire ( occorrono circa 10 anni).Divieto di fumo fino al 2021, seppur parziale, anche a Cabras, sempre in Sardegna, dove è possibile fumare solo se muniti di posacenere, pena una multa fino a 500 euro.
Se la Sardegna ha dichiarato guerra al tabacco, le Tremiti la hanno dichiarata invece alla plastica, dato il recente studio del Cnr di Genova che ha classificato lo specchio d’acqua antistante le isole pugliesi «tra i più inquinati d’Europa per la presenza di microplastiche». Una recente ordinanza ha stabilito così dal 1 maggio nelle località e nelle spiagge dell’arcipelago il divieto di utilizzo di tutte le stoviglie in plastica. Al loro posto soltanto materiali biodegradabili. Per chi non si adegua, sono previste sanzioni dai 50 ai 500 euro.
Non mancano poi nei litorali del Belpaese i divieti di tuffi, di giochi con la palla e di pesca (vedesi Venezia), e addirittura di feste, come a Forte dei Marmi, dove il Comune ha definito un numero massimo di party realizzabili negli stabilimenti balneari durante la stagione estiva.
No anche ai massaggi sulla spiaggia, fatti a terapisti improvvisati. Si tratta di un fenomeno considerato pericoloso, anche dal Ministero della Salute che, a partire dal 2008, ha dichiarato queste pratiche «fuorilegge». «Pericolose perché si tratta di massaggi effettuati in mancanza di condizioni igienico sanitarie idonee che potrebbero provocare danni alla salute».
Per concludere, mezzo passo indietro del sindaco grillino di Roma, Virginia Raggi, che, quest’anno, non ha impedito ai bagnanti di consumare la propria colazione a sacco sui lidi, ma ha bensì disposto il totale divieto di mangiare cibi portati da casa nelle cabine degli stabilimenti balneari.
Non è mancato chi in questa estate 2018 ha vietato ai turisti di accamparsi e dormire sulla spiaggia. Atti che sono considerati una «occupazione abusiva di suolo pubblico» con sanzioni che arrivano addirittura a 500 euro, alla cui vigilanza sono incaricati carabinieri, vigili urbani, polizia e guardia costiera.

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martedì, 31 Luglio 2018 - 12:00
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