Napoli, il Comune contro la Tangenziale: l’inutile sermone di de Magistris nella città dove si muore per alberi e cornicioni caduti

Luigi de Magistris
Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris (foto Kontrolab)
di Giancarlo Maria Palombi

Quattromilaseicento battute. Per chi non fosse avvezzo ai termini tecnici della scrittura, un testo di tale grandezza equivale a due pagine di quaderno. È la lunghezza “standard” dei post su Facebook del primo cittadino di Napoli. Non semplici interventi, sia chiaro. Ogni lunedì l’ex magistrato vomerese affronta temi di portata nazionale (e oltre) divulgando il “demapensiero” attraverso le piattaforme social. Quello di ieri, troppo lungo da riproporre in queste colonne, affronta il caso Genova e si imbriglia in un paragone, poco attinente, con la grande arteria a scorrimento veloce napoletana: la Tangenziale. Ed ecco che tra un riferimento ai movimenti del “No” (NoTav, NoTap) e un salto sulle dinamiche criminali della ‘ndrangheta in Calabria (!), Luigi de Magistris chiede la revoca della concessione della Tangenziale all’attuale società.
«Revoca o drastica revisione delle vergognose concessioni di litorali, autostrade (Tangenziale di Napoli compresa, unica a pedaggio in Italia) e di beni comuni» questo quanto chiede il primo cittadino. Che la Tangenziale di Napoli sia l’unica a pedaggio in Italia, è sacrosanta verità. Ma i napoletani possono ben constatare, soprattutto chi vive a ridosso dei viadotti, che la manutenzione è costante, che la Tangenziale è sì l’unica in Italia con pedaggio ma allo stesso tempo detiene il primato per aver adottato per prima un asfalto drenante di ultima generazione, per aver installato sistemi di sicurezza e monitoraggio che hanno abbattuto gli incidenti del 30% negli ultimi cinque anni, per aver fornito – in collaborazione con il ministero dell’Interno – mezzi e tecnologie alla polizia stradale impegnata nella vigilanza dell’arteria. «Parole in libertà che non meriterebbero neanche di essere commentate». Così all’Ansa il presidente della Tangenziale di Napoli, l’ex ministro del Bilancio, Paolo Cirino Pomicino, commenta, quanto scritto nel post dal sindaco di Napoli. «Non finisco mai di stupirmi – dice ancora Pomicino – Non sapevo che i sindaci avessero anche questi poteri». In merito alla sicurezza di ponti e viadotti della Tangenziale di Napoli, Pomicino è netto: «Sono sicuri e la manutenzione è costante. Da poco abbiamo concluso alcuni lavori con l’adozione di misure per garantire l’antisismicità su alcuni viadotti». Poi l’ex ministro del Bilancio fa una breve riflessione sulle polemiche politiche dopo la tragedia di Genova: «Purtroppo alcuni pensano di onorare la memoria dei morti dicendo solo troppe parole in libertà. Che amarezza». Parole che, a riflettere, lasciano un po’ perplessi i napoletani che da anni combattono tra le mille buche della città, i rattoppi in bitume sui sanpietrini, le pattuglie della Municipale messe a “sorvegliare” voragini e il Pis (pronto intervento stradale) sempre più ridotto al lumicino. Parole di indignazione, quelle del sindaco, che stridono un po’ con ferite ancora aperte. Quelle dell’inaccettabile destino delle vittime dell’incuria. Tornano alla mente il 14enne Salvatore Giordano e Cristina Alongi, entrambi uccisi dalla scarsa cura e manutenzione di cornicioni e alberi nella nostra Napoli. Il primo morto perchè colpito da un fregio staccatosi dalla Galleria Umberto, la seconda schiacciata sotto un albero della pubblica via.

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martedì, 21 Agosto 2018 - 18:18
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