Incidenti sul lavoro, al Nord si muore più Maggior numero di vittime nel settore edile L’Inail: 587 decessi da inizio anno

incidente lavoro
Un incidente sul lavoro (foto Kontrolab)
di Manuela Galletta

Il lavoro che non c’è. Il lavoro che ti uccide, perché le misure di sicurezza fanno difetto. Perché nel sottobosco del precariato e dei piccoli imprenditori che puntano a risparmiare giocando a dadi con la vita dei dipendenti, si risparmia dove si può. E chi ha bisogno di mettere il piatto a tavolo non punta manco i piedi a terra, quando si trova a salire su una tettoia per un intervento di manutenzione senza avere le dovute ‘strutture’ di sicurezza a coprirgli le spalle: meglio non fare domande, meglio non avanzare pretese per la propria incolumità, altrimenti il rischio è quello di essere messo alla porta.
E’ un’Italia che non tiene alla vita di chi lavora quella raffigurata nei numeri diffusi sabato primo settembre dall’Inail sulle cosiddette morti bianche, ossia sulle vittime per incidenti sul lavoro. Dall’inizio dell’anno a luglio, sette mesi pieni, i lavoratori che sono deceduti in ‘servizio’ sono stati 587: 84 al mese. Quasi tre al giorno. Sono numeri che fanno male. Tra le regioni la Lombardia guida la triste classifica, con 55 decessi da inizio anno; mentre tra la città il peggior dato arriva da Roma dove si sono registrati 26 morti. Napoli è quarta, con 16 vittime. Tutte legate da un unico comune denominatore: il settore che provoca maggiori lutti nelle famiglie è quello dell’edilizia.

La ‘classifica nera’ delle Regioni
E’ nel nord Italia la più alta percentuale di morti bianche. La Lombardia è in testa con 55 decessi, seguono Emilia Romagna (47), Veneto (44), Piemonte (36), Lazio (32). Sesta la Campania che insieme alla Tosca contano 28 decessi a testa. La triste ‘classifica’ prosegue con Sicilia (22), Calabria (18), Friuli (15), Liguria, Puglia e Abruzzo (13), Marche e Basilicata (10), Sardegna (9), Umbria, Molise e Trentino Alto Adige (5).

La ‘classifica nera’ della città
La Capitale, invece, detiene il triste primato della città più insicura per chi lavora: 26 morti. Segue Milano, dove le vittime sono state 20, poco dopo segue Torino con 18. Napoli è quarta con 16 morti. Chiudono Bologna (11), Udine, Brescia e Treviso (10).

I settori più a rischio
Il settore in cui si conta il maggior numero di vittime in occasione di lavoro è quello delle Costruzioni (con 68 decessi) ,seguito dalle Attività Manifatturiere (55) e dal settore dei Trasporti e Magazzinaggi che fa rilevare 53 morti; mentre nel Commercio, riparazione di autoveicoli e motocicli, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese i decessi sono 18.

Le ultime tragedie
Proprio nel giorno della diffusione dei drammatici dati dell’Inail, le cronache hanno registrato altri tre casi di morti bianche: tre vittime in 24 ore. In Calabria Salvatore Marando, di 72 anni, ha perso la vita mentre stava lavorando in un terreno di sua proprietà. E’ accaduto il primo settembre a Grotteria, un piccolo comune di 3mila abitanti in provincia di Reggio Calabria. L’uomo, intento a lavorare un terreno agricolo situato alla periferia della cittadina collinare della Locride, è stato travolto dal trattore che stava guidando e che si è improvvisamente ribaltato. Ad attivare i soccorsi sono stati alcuni parenti che si trovavano nei paraggi. Marando, dopo l’intervento dei medici del 118, è stato trasportato d’urgenza con l’elisoccorso agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria ma è deceduto, per via delle gravi ferite riportate nell’incidente, poco dopo il ricovero. Sull’accaduto indagano gli agenti della Questura di Reggio Calabria e del commissariato della Polizia di Stato di Siderno.
Il 31 agosto a Gratteri, in provincia di Palermo, ha perso la vita un uomo di 58 anni che stavano lavorando alla tettoia di un’abitazione. Nel corso delle opere di manutenzione ha perso l’equilibrio ed è caduto giù. L’incidente è avvenuto in contrada Rapputi. Sono intervenuti i sanitari del 118 che hanno tentato di rianimarlo, ma non c’è stato nulla da fare.
Sempre il 31 agosto nel Cuneese un 29enne è rimasto schiacciato da un muletto in un’azienda agricola ed è morta. La vittima si chiamava Roberto Dardo e abitava a Novello, ragazzo molto conosciuto nel paese langhetto. La tragedia si è verificata a La Morra, in provincia di Cuneo, all’interno di un’azienda agricola in via Fontane. E’ la seconda vittima in pochi giorni nel Cuneese in aziende agricole dopo il caso del diciottenne Gabriele Alladio, morto schiacciato dalla macchina trinciatrice che stava attaccando al trattore: il ragazzo stava lavorando nell’azienda di famiglia.
Questa mattina, 4 settembre, una operaia di 51 anni ha perso le dita di una mano che le sono state amputate da un macchinario nel quale la mano della donna è rimasta schiacciata. E’ accaduto nel Bresciano.

martedì, 4 Settembre 2018 - 15:27
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