Maltempo, fiumi in piena e zone isolate Allerta per la staticità di alberi e strade Nell’Aurelia si apre voragine, donna salva

Venezia, il livello dell'acqua dovrebbe salire ancora

Il giorno dopo la bufera di vento (e in qualche città di pioggia) che ieri si è abbattuta sull’Italia, interi comuni sembrano delle scene del crimine. Nastri gialli e bianchi sono un po’ ovunque, sistemate per inibire l’accesso alle aree dove ieri si sono verificati crolli di cornicioni. Dove non è stato possibile intervenire in modo limitato, si è proceduto a chiudere strade intere. E’ accaduto in modo particolare laddove gli alberi sono venuti giù di botto, sollevando i marciapiedi.

Il giorno dopo è la conta dei danni. E del bilancio di vittime che si è tristemente allungato. Sono in tutto dieci le persone morte (in diverse regioni italiane) a causa dei disastri provocati dal maltempo, molte delle quali sono decedute perché colpite da alberi crollati. E il timore, adesso, è la staticità degli arbusti rimasti in piedi sfidando la furia del vento e la tenuta delle strade. A Palermo un albero è venuto giù stamattina, a tempesta finita, a testimoniare che il pericolo non è passato: l’arbusto è crollato nel quartiere Oreto, fermando la sua corsa su una macchina in sosta. Anche a Savona si sono verificati preoccupanti danni ‘postumi’: intorno alle cinque di stamattina a Finale Ligure, all’altezza della zona malpasso, si è aperta una voragine profonda 6 metri nell’Aurelia. Nel buco è stata risucchiata una vettura che stava transitando, la donna al volante per fortuna è rimasta lievemente ferita.
Desta preoccupazione anche la piena di alcuni fiumi, incluso il Po, costantemente monitorati per il timore di esondazioni. L’allarme è alto in Alto Adige e in particolare in Val Pusteria (a San Candido e a Sesto) dove il Rio Sesto e la Drava sono usciti dagli argini. Qui, in Alto Adige, i soccorritori hanno affrontato «una notte drammatica»: due vittime, due vigili del fuoco feriti, due automobilisti feriti e centinaia di persone senza casa. A Dimaro in val di Sole, il Rio Ropiano è straripato e il fango ha invaso i locali di numerose abitazioni, circa 200 persone sono state fatte evacuare e hanno trascorso la notte nei locali della palestra della scuola di Male o, i più fortunati, hanno trovato rifugio presso l’abitazione di parenti. A causa di un’imponente colata di fango e sassi che è entrata nelle case, una donna è morta intrappolata nel suo appartamento. L’altra vittima è un vigile del fuoco volontario, morto travolto da un albero caduto per il forte vento: la tragedia si è consumata a San Martino in Badia. In Trentino due pompieri sono ricoverati all’ospedale “Santa Chiara” del capoluogo travolti da una frana abbattutasi sulla strada di Montevaccino. A Selva dei Molini in Valle Aurina un masso ha centrato un’autovettura condotta da un 37enne altoatesino ricoverato in condizioni serie all’ospedale di Brunico. A Silandro in Val Venosta un sasso ha colpito un’auto ferendo una giovane donna. In Alto Adige sono 4000 i vigili del fuoco tra permanenti e volontari che in questi giorni stanno operando nelle varie situazioni di emergenza dovute al maltempo. Restano per il momento bloccate le 170 persone al passo dello Stelvio dove la coltre nevosa ha ormai superato il metro e mezzo.

Anche a Venezia le cose non vanno meglio: ieri il livello dell’acqua ha toccato anche i 70 centimetri, entrando fin dentro ai ristoranti. E per le 15.30 è prevista una marea che dovrebbe far salire il livello sino a 110 centimetri. Come se non bastasse i fiumi Adige e Piave sono in piena. In provincia di Treviso, visto il perdurare delle condizioni metereologiche avverse e l’attesa piena del Piave, Moreno Rossetto, il sindaco di Breda di Piave ha invitato tutta la popolazione rivierasca delle località Saletto e San Bartolomeo a salire sui piani alti delle proprie abitazioni almeno sino a quando l’allerta non sarà cessata. Contemporaneamente, ha prolungato la chiusura di palestre e impianti sportivi anche per tutta la giornata odierna, il tutto in accordo con l’ordinanza della Prefettura riguardo la chiusura delle scuole e le misure di sicurezza da tenere. Complessivamente è il Veneto intero in seria difficoltà, tanto che in queste ore si sta predisponendo un piano speciale per inviare da diverse Regioni centinaia di volontari della Protezione civile dotati di motoseghe, motopompe, bobcat e generatori elettrici.

E poi ci sono intere zone isolate. Senza elettricità o senz’acqua. Ad Antervino, piccola località dell’Alto Adige, uno smottamento ha distrutto la tubazione dell’acquedotto proveniente da passo Manghen e così nelle case non arriva un goccio d’acqua. In Friuli Venezia Giulia, invece, le persone rimaste senza energia elettrica sono 23mila (20mila in Carnia e 3mila nel Pordenonese). Tremila, invece, sono le persone rimaste senza luce in Emilia Romagna: i disagi maggiori in collina e in montagna.

Danni ingenti anche in Liguria, e in modo particolare a Genova. Rapallo e Portofino sono oggi irriconoscibili, sfregiata da una violenta mareggiata. A Rapallo, dopo il crollo di parte della diga, varie grandi imbarcazioni hanno rotto gli ormeggi e spinte dal mare e dal vento si sono schiantate contro la costa. I danni al porto sono al momento incalcolabili ma sommati a quelli delle imbarcazioni affondate o schiantate sulle rocce ammonterebbero a vari milioni di euro. Neppure Portofino è stata risparmiata dalla violenza del mare e del vento: la Strada Provinciale 227 per Portofino non esiste più. Il Borgo più famoso al mondo, in questo momento, è isolato ed è raggiungibile solo via mare (ovviamente, qualora le condizioni lo permetteranno). La violenza delle onde si è abbattuta con incredibile forza sulla panoramica che collega Santa Margherita Ligure con Portofino.

martedì, 30 Ottobre 2018 - 13:59
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