Maltempo, Borrelli in Veneto: «Scenari apocalittici». Partono volontari da mezza Italia, nel Bellunese è l’inferno

Una distesa di alberi e rami impastati con fango e detriti coprono quasi totalmente la diga del Comelico, nel bellunese in Veneto

I volontari diretti in Veneto stanno partendo da mezza Italia: 32 unità si sono mosse dall’Emilia Romagna. Dalla Toscana e dal Piemonte sono partiti nei giorni scorsi. L’Esercito è già al lavoro soprattuto per realizzare le opere di contenimento. C’è bisogno di tutto l’aiuto possibile, perché dice frastornato il capo della protezione civile Angelo Borrelli dopo il suo sopralluogo, ci sono «scenari apocalittici». Valli devastate, tralicci piegati in due come se fossero stati fuscelli. Strade distrutte. La pioggia incessante e i venti che hanno soffiato sino a 180 chilometri hanno lasciato uno scenario di devastazione.

A Belluno c’è una delle situazioni più drammatiche, come vi abbiamo documentato questi giorni in altri servizi. E di ora in ora le notizie che arrivano sono sempre peggiori: una distesa di alberi e rami impastati con fango e detriti copre quasi totalmente la diga del Comelico, come dimostrano le impressionanti immagini aeree sono state riprese dai Vigili del fuoco sulla diga, in Val Visdende, lungo la SS48 bis delle Dolomiti, San Pietro in Cadore e Alleghe. Tanto che la Funzione Pubblica Cgil Vigili del Fuoco attraverso le parole di Luca Cipriani, componente dell’esecutivo nazionale e in queste ore impegnato nelle operazioni di soccorso nel bellunese, ha lanciato un grido di aiuto: «L’emergenza che sta interessando la provincia di Belluno, con il passare dei giorni, sta assumendo dimensioni sempre più drammatiche. Servono misure di sostegno al lavoro dei Vigili del Fuoco». «E’ un’emergenza drammatica – prosegue -, in pianura come sulle montagne, come possiamo testimoniare attraverso le operazioni che stiamo svolgendo nelle zone interessate dai soccorsi. Nell’alto Agordino ci sono tuttora paesi privi di energia elettrica e linee telefoniche, con le strade e le case piene di fango e alcuni smottamenti ancora in corso. Si contano tuttora i danni provocati dallo straripamento dei fiumi e del lago ad Alleghe». Per Cipriani, «la preziosa opera dei Vigili del Fuoco abbisogna di sostegni formali. Serve almeno una dichiarazione di emergenza di seconda fase, l’attivazione dei turni a 24 ore e il richiamo dei volontari per sopperire alle carenze presso le sedi centrali. La generosità dei volontari di protezione civile non è sufficiente a garantire quel livello di soccorso che può determinare solo una massiccia presenza di Vigili del Fuoco». La situazione in Veneto impone «di decidere con estrema urgenza, senza rinvii e inutili discussioni, senza limiti territoriali ma con la massima solidarietà nazionale, per dare ai Vigili del fuoco la possibilità di lavorare a favore delle popolazioni colpite dalla calamità, conclude Cipriani.

Che la situazione sia grave lo conferma anche il repentino cambio di agenda del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che domattina sarà prima a Venezia e poi a Belluno. «Abbiamo il dovere di omaggiare chi ha combattuto e perso la vita per difendere i confini e il nostro Paese», dice Salvini pensando ai cent’anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale, «ma nello stesso tempo abbiamo l’obbligo di rispondere velocemente alle richieste d’aiuto di chi, in questi giorni e in queste ore, sta soffrendo e ha perso affetti, casa e attività». Nel pomeriggio il ministro sarà a Terracina e poi farà rientro a Roma.

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sabato, 3 Novembre 2018 - 16:58
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