Tragedia ad Aosta, uccide i figli piccoli con un’iniezione di potassio e si ammazza

Ambulanza

Li ha uccisi entrambi e poi si è tolta la vita. Lasciando in due lettere, scritte prime di dare e darsi la morte, tutta la disperazione di una donna schiacciata da un male di vivere che stamattina è culminato in una tragedia.

Ad Aosta, nel borgo di Aymavilles, Marisa Charrere, infermiera nel reparto di cardiologia dell’ospedale Parini di Aosta, ha ucciso i suoi due figli Nissen di 7 e Vivien di 9 anni, con un’iniezione letale di potassio, e poi si è ammazzata. Il dramma si è consumato intorno alla mezzanotte. A scoprire i corpi della donna e dei bambini è stato Osvaldo Empereur, il capofamiglia, rientrato dal lavoro (è un agente del Corpo forestale della Valle d’Aosta, in servizio nella caserma di Arvier). I bambini erano a letto, il corpo della donna era riverso a terra nel soggiorno. Anche l’infermiera si è tolta la vita con un’iniezione.

Le urla hanno richiamato i vicini di casa, che poco prima della mezzanotte avevano sentito dei rumori ma non vi avevano dato importanza. come racconta la signora Rita: «Poco prima della mezzanotte ho sentito un rumore di sedie, poi delle urla. Quindi il silenzio. Pensavo che giocassero, chi avrebbe mai immaginato quello stava succedendo. Osvaldo èrientrato a casa poco più tardi». Poi aggiunge la donna: «Osvaldo, il marito, dopo essere entrato in casa, ha visto la scena e poi è uscito. Mi ha detto ‘Marisa, Marisa ha ammazzato i figli e si è ammazzata lei!’ Non riuscivano a portarlo via». Osvaldo è ora ricoverato in ospedale nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Aosta: ha avuto una crisi di nervi dopo la tragedia.

Il paese è sotto choc. Anche perché nessuno si era accorto che la donna potesse avere della difficoltà. «Erano una famiglia affiatata. Lei non aveva mai dato avvisaglie», raccontano i vicini di casa che non si danno pace.

Marisa Charrere apparteneva a una famiglia molto conosciuta nella zona, una famiglia anche molto sfortunata. In giovane età, la donna aveva perso il padre, deceduto in un incidente stradale. Nell’inverno del 2000 la stessa sorte era toccata al fratello Paolo Charrere, morto mentre stava sgomberando la neve sulla strada regionale di Cogne.

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venerdì, 16 Novembre 2018 - 12:20
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