Di Maio invitato in Tribunale a Napoli dai Giovani penalisti, è scontro all’interno della categoria | Il caso

Luigi Di Maio
di Manuela Galletta

Quello che segue è uno degli approfondimenti pubblicati sul numero di oggi, domenica 16 novembre, del quotidiano digitale di Giustizia News24, il giornale digitale che tutti i giorni – eccetto il lunedì – la redazione confeziona con mirati approfondimenti sui temi di giustizia, politica e cronaca che selezioniamo. Se la nostra informazione ti piace, se vuoi sostenere un progetto libero e indipendente, basta abbonarsi – un mese costa appena 10 euro – accedendo alla sezione ‘Sfoglia il Quotidiano’). 

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Quando lanciarono l’idea di dare vita ad una commissione di studio ed un comitato scientifico per formulare proposte di modifica per l’accesso alla professione forense, i giovani penalisti e civilisti incassarono applausi da ogni dove. Era appena il giugno scorso. Da allora sono trascorsi cinque mesi e l’idea è diventata qualcosa di più. La Commissione ha preso vita e s’è messa a lavoro, sono arrivate proposte, e sono arrivati anche incontri a Roma tra il presidente dell’Unione Giovani  penalisti di Napoli, Gennaro Demetrio Paipais, e il ministro del Lavoro Luigi Di Maio. Lo spettro del confronto nel frattempo s’è allargato, abbracciando soprattutto il tema delle semplificazioni per le imprese e i professionisti. Con una richiesta specifica avanzata al ministro dai giovani avvocati: concedere ai professionisti la scelta del regime previdenziale, allo scopo di alleggerire gli avvocati dai vari balzelli «che ostacolano il regolare esercizio della professione forense». Un lavoro del quale sia Paipais che Giustino Ferone, presidente dell’Unione giovani civilisti, hanno sempre informato i tanti giovanissimi avvocati che si avvicinano alla professione. Molti applausi. Fino a poche settimane fa, quando i due avvocati hanno dato notizia dell’arrivo del ministro del Lavoro Luigi Di Maio al Tribunale di Napoli per discutere, in un confronto aperto a tutti gli avvocati, de ‘La Carta dei diritti e dei professionisti: semplificazioni e proposte per i giovani avvocati».

L’appuntamento è per domani, lunedì 19 novembre, nella Sala Auditorium del Nuovo Palazzo di Giustizia e gli interventi in programma sono anche di notevole spessore. Giusto per fare qualche nome: prenderanno la parola il presidente della Corte d’Appello di Napoli Giuseppe de Carolis di Prossedì e il procuratore generale presso la Corte d’Appello di Napoli Luigi Riello, nonché il capo della procura di Napoli Giovanni Melillo. A chiudere il cerchio degli interventi sarà Luigi Di Maio. Ed è proprio sul nome del ministro, sul suo intervento che s’è consumato uno strappo. Generazionale, è il caso di dire. Se i giovani avvocati guardano con interesse al dibattito, dalle file dei penalisti più scafati si è levato un coro di malcontento che è sfociato in un acceso scontro sui ‘social’ che ha rischiato di diventare pure oggetto di denuncia.

Il nodo della questione è che Luigi Di Maio non è visto di buon grado dai penalisti perché è il leader di quel movimento, i Cinque Stelle, che al grido di #bastaimpuniti stanno cavalcando la riforma del blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Ed è proprio contro questa riforma, e contro l’ostinazione dei grillini a voler andare avanti a tutti i costi sul tema, che l’Unione delle Camere penali italiani guidata dall’avvocato Gian Domenico Caiazza ha proclamato ben quattro giorni di astensione che, ironia della sorte, comincerà il 20 novembre, ossia il giorno dopo l’arrivo di Di Maio in Tribunale a Napoli, e terminerà il 23 novembre a Roma con una manifestazione nazionale. Un’azione muscolare, quella dei penalisti, che finisce con lo stridere con le porte aperte dai giovani penalisti al leader dei grillini. «Invitare questa gente è un oltraggio all’avvocatura (…) E’ collaborazionismo con il nemico», è il pensiero noto dell’avvocato Alberto Varano. Pensiero condiviso da moltissimi dei penalisti più navigati. Basti pensare che le due ‘squadre’ che ambiscono a guidare la nuova Camera penale di Napoli (si va a votare il 28 novembre) hanno sottolineato, nel corso della presentazione dei rispettivi programmi, la necessità di una Camera penale unita per fare fronte unico contro il Governo e le sue idee in materia di Giustizia. Così Paipais, che tanto si è speso per l’evento, si è trovato costretto a giocare in difesa, anche perché nel frattempo nei corridoi del Tribunale sono circolate pure dietrologie sul perché il presidente dell’Unione dei Giovani penalisti si sia lanciato in questa sfida: «Non mi candido né alla Camera penale né al Consiglio dell’Ordine», precisa lui anche su Facebook per spazzare via le voci che lo vogliono a caccia di una ‘poltrona’. L’unico obiettivo, dunque, è quello di un’interlocuzione con il ministro del Lavoro per provare a dare respiro ai giovani avvocati. Con una precisazione che Paipais compie sull’organizzazione dell’evento: «Tutti potranno iscriversi e parlare e potranno parlare di qualsiasi argomenti senza veti», volendo così ribadire che nessuna voce fuori dal coro sarà silenziate, neppure laddove dovessero arrivare domande sulla prescrizione. «Sin dall’inizio abbiamo aperto gli interventi a tutti. Avremmo potuto organizzare il convegno con le relazioni dei relatori e chiuderlo e invece lo abbiamo aperto a tutti su tutto». Resta adesso capire cosa faranno gli avvocati che hanno storto il naso di fronte alla notizia dell’arrivo di Luigi Di Maio in Tribunale, se si presenteranno all’evento per contestare il ministro o se preferiranno ignorarlo.

domenica, 18 Novembre 2018 - 14:17
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