Ddl anticorruzione, il Senato pigia sull’acceleratore e i penalisti proclamano altri 2 giorni di sciopero nazionale

Gian Domenico Caiazza
Il presidente dell'Unione delle Camere penali italiane Gian Domenico Caiazza

Altri due giorni di sciopero. Nazionale. L’avvocato Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione delle Camere penali italiane, l’aveva promesso che nei confronti del Governo ci sarebbe stata «lotta dura» qualora non si fosse fatto un passo indietro sulle riforme in materia di giustizia, a partire dalla prescrizione. E così è. Dopo la quattro giorni di sciopero con manifestazione nazionale, partecipatissima, al teatro Manzoni a Roma, ecco che l’Unione delle Camere penali italiane proclama un’altra astensione: dal 17 al 18 dicembre 2018. E, anche stavolta, lo sciopero si chiuderà con una manifestazione nazionale, questa volta da tenersi a Bari, città dove tra maggio e giugno si è consumata una delle pagine più nere della Giustizia con la vergogna del Palagiustizia dichiarato inagibile e l’amministrazione della giustizia esercitata, per un mese, nella tendopoli allestita davanti alla struttura sgomberata.

Il motivo dello sciopero è semplice: è stata comunicata una serrata calendarizzazione al Senato della discussione del disegno di legge anticorruzione, fino a prevedere la eventuale terza lettura alla Camera non oltre il 22 dicembre 2018. La circostanza non è passata inosservata ai penalisti, che hanno deciso subito di agire. «La Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane prende atto che la maggioranza di Governo persevera nella proposta di modifica dell’istituto della prescrizione dei reati, nonostante le forti critiche avanzate dai penalisti italiani, dal CNF, e dall’Accademia in sede di audizione innanzi alla Commissione Giustizia della Camera – si legge in una nota dell’Ucp – È chiara l’intenzione di ignorare le unanimi critiche avanzate dalla comunità dei giuristi italiani».

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venerdì, 30 Novembre 2018 - 17:40
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